Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore, pianista, organista e violinista austriaco[1], a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento[2].
Morì all'età di trentacinque anni, lasciando pagine indimenticabili di musica classica di ogni genere, tanto da essere definito dal Grove Dictionary come "il compositore più universale nella storia della musica occidentale"[3]: la sua produzione comprende musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere.
La musica di Mozart è considerata la "musica classica" per eccellenza, egli è infatti il principale esponente del "Classicismo" settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la calma imperturbabile e l'olimpica serenità.
Mozart raggiunge nella sua musica divina vertici di perfezione adamantina, celestiale e ineguagliabile, tanto che il filosofo Nietzsche lo considererà il simbolo dello "Spirito Apollineo della Musica", in contrapposizione a Wagner, che Nietzsche definirà l'emblema dello "Spirito Dionisiaco della Musica".
Il nome [modifica]
I quattro nomi assegnati ad Amadeus ebbero queste origini:
• Joannes Chrysostomus, in onore di san Giovanni Crisostomo[5] in quanto la sua festa cadeva proprio il 27 gennaio[6].
• Wolfgangus, (ovvero "camminare come un lupo")[7] scelto per via della sua discendenza materna (il nonno si chiamava Wolfgang Nikolaus Pertl 1667 - 1724)[8]
• Theophilus in onore del padrino, Johann Theophilus Pergmayr, commerciante e consigliere civico.
Anche se da bambino il padre lo soprannominava Wolferl[9] in seguito venne prima chiamato Amadeus (che è la traduzione latina del greco Theophilus, cioè letteralmente "Colui che ama Dio" o anche "Colui che è amato da Dio"),[10] e successivamente (dal 1771) Amadè; da notare che il padre Leopold nei primi anni usò anche - in alcune lettere - la versione tedesca del nome, cioè Gottlieb.[11] Mozart aveva una certa insofferenza per le desinenze "us" finali dei suoi nomi, tanto che scherzosamente firmava alcune sue lettere come Wolfgangus Amadeus Mozartus[12].
La vita [modifica]
La nascita e la famiglia [modifica]
Il piccolo Mozart in un ritratto.
Wolfgang Amadeus Mozart nacque al numero 9 di Getreidegasse a Salisburgo,[13] capitale dell'arcidiocesi di Salisburgo, all'epoca territorio sovrano appartenente al Sacro Romano Impero nel Circolo Bavarese (attualmente austriaco). Wolfgang fu battezzato il giorno dopo la sua nascita presso la cattedrale di San Ruperto.
La notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio 1756 ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
« Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Joannes Chrysostomus, Wolfgang, Gottlieb.[14] »
I genitori di Wolfgang avevano quasi la stessa età (la madre differiva dal marito di un solo anno) ed erano personaggi attivi dell'epoca: il padre Leopold, compositore ed insegnante di musica[15], ricopriva l'incarico di vice Kapellmeister[16] presso la corte dell'arcivescovo Anton Firmiane; la madre Anna Maria Pertl[17] (1720- 1778) era figlia di un prefetto.
Dei numerosi figli di Leopold e Anna Maria, Wolfgang a parte, l'unica non morta nell'infanzia era la sorella maggiore Maria Anna (1751–1829),[18] detta Nannerl o Nannette.[19]
Genio precoce (1756-1769) [modifica]
La famiglia Mozart.
Il piccolo Mozart in una tournée a Verona.
Il bambino dimostrò un talento per la musica tanto precoce quanto straordinario, un vero e proprio bambino prodigio: a tre anni batteva i tasti del clavicembalo, a quattro suonava brevi pezzi, a cinque componeva. Esistono vari aneddoti riguardanti la sua memoria prodigiosa, la composizione di un concerto all'età di cinque anni, la sua gentilezza e sensibilità, la sua paura per il suono della tromba. Inoltre sviluppò fin da bambino l'orecchio assoluto.
Quando non aveva neppure sei anni, il padre portò lui e la sorella, pure assai brava, a Monaco, affinché suonassero per la corte dell'Elettore bavarese; alcuni mesi dopo essi andarono a Vienna, dove furono presentati alla corte imperiale e in varie case nobiliari.
"Il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo" era la definizione che Leopold dava di suo figlio e pertanto egli si sentiva in dovere di far conoscere il miracolo a tutto il mondo (e magari di trarne qualche profitto).
Verso la metà del 1763 egli ottenne il permesso di assentarsi dal suo posto di vice Kapellmeister presso la corte del principe vescovo di Salisburgo.
Tutta la famiglia intraprese così un lungo viaggio, che durò più di tre anni. Essi toccarono quelli che erano i principali centri musicali dell'Europa occidentale: Monaco, Augusta, Stoccarda, Mannheim, Magonza, Francoforte, Bruxelles e Parigi (dove soggiornarono il primo inverno), poi Londra (dove rimasero per ben quindici mesi), quindi di ritorno attraverso L'Aja, Amsterdam, Parigi, Lione, la Svizzera e infine arrivando a Salisburgo nel novembre 1766.
Mozart suonò nella maggior parte di queste città, da solo o con la sorella, ora presso una corte, ora in pubblico, ora in una chiesa. Le lettere che Leopold scrisse ad amici di Salisburgo raccontano l'universale ammirazione riscossa dai prodigi di suo figlio.
A Parigi essi incontrarono molti compositori tedeschi e in questa città furono pubblicate le prime composizioni di Mozart (sonate per clavicembalo e violino, dedicate a una principessa reale; cfr. KV 6-9).
A Londra essi conobbero, tra gli altri, Johann Christian Bach, il figlio più giovane di Johann Sebastian e una delle figure di primo piano della vita musicale londinese: sotto la sua influenza, Mozart compose le sue prime sinfonie (KV 16, KV 19 e KV 19a). Un'altra sinfonia seguì durante il soggiorno a L'Aja, nel viaggio di ritorno (KV 22).
Dopo poco più di nove mesi trascorsi a Salisburgo, i Mozart partirono per Vienna nel settembre 1767, dove restarono per quindici mesi, escluso un intervallo di dieci settimane trascorse a Brno (Brünn) e Olomuc (Olmütz) durante un'epidemia di vaiolo. Mozart compose un Singspiel tedesco in un atto, Bastien und Bastienne (KV 50), che fu rappresentato privatamente. Maggiori speranze furono riposte nella prospettiva di vedere rappresentata nel teatro di corte un'opera buffa italiana, La finta semplice (KV 51): tali speranze andarono però deluse, con grande indignazione di Leopold. Una grande messa solenne (probabilmente KV 139) fu invece eseguita alla presenza della corte imperiale in occasione della consacrazione della chiesa dell'Orfanotrofio. La finta semplice venne rappresentata l'anno seguente, 1769, nel palazzo dell'arcivescovo a Salisburgo. In ottobre Mozart fu nominato Konzertmeister onorario presso la corte salisburghese.
Appena tredicenne, Mozart aveva acquisito una notevole familiarità con il linguaggio musicale del suo tempo. Le prime sonate di Parigi e Londra, i cui autografi includono l'ausilio della mano di Leopold, mostrano un piacere ancora infantile nel modellare le note e la tessitura musicale. Ma le sinfonie di Londra e de L'Aja attestano la rapida e originale acquisizione da parte di Mozart della musica che aveva incontrato. Analoghe dimostrazioni provengono dalle sinfonie composte a Vienna (come KV 43 e, specialmente, KV 48), caratterizzate da una tessitura più ricca e da uno sviluppo più approfondito. La sua prima opera italiana, poi, mostra un veloce apprendimento delle tecniche dello stile buffo.
Mozart in Italia (1769-1773) [modifica]
Mozart a Bologna in un dipinto del 1777. Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica
« La nostra musica da chiesa è assai differente di quella d'Italia, e sempre più, che una Messa con tutto il Kyrie, Gloria, Credo, la Sonata all'Epistola, l'offertorio ò sia Mottetto, Sanctus ed Agnus Dei ed anche la più Solenne, quando dice la Messa il Principe stesso non ha da durare che al più longo tre quarti d'ora. Ci vuole uno studio particolare per questa sorta di composizione, e che deve però essere una Messa con tutti strumenti - Trombe di guerra, Tympani etc. »
(Wolfgang Amadeus Mozart, 1776[20])
Dal 1769 al 1773 Wolfgang effettuò con il padre tre viaggi in Italia, durante i quali suonò ed ascoltò musica nelle varie città, con alcuni, pochi momenti di semplice svago.
Primo viaggio (1769-1770):
• dicembre 1769: Bolzano, Trento e Verona;
• gennaio 1770: Mantova, Cremona e Milano;
• marzo 1770: Lodi, Parma, Bologna e Firenze;
• aprile 1770: Roma;
• maggio 1770: Napoli, da cui va in gita a Pozzuoli, Baia, Pompei, Ercolano e Caserta;
• giugno 1770: Roma;
• luglio 1770: Spoleto, Loreto, Ancona, Senigallia, Pesaro, Rimini, Bologna;
• ottobre 1770: Milano;
• gennaio 1771: Torino e Milano;
• febbraio 1771: Verona, Vicenza, Padova, Venezia;
• marzo 1771: Padova, Verona, Salisburgo.
Secondo viaggio:
• agosto 1771: Rovereto, Ala, Verona, Brescia, Milano;
• dicembre 1771: Brescia, Verona, Ala, Bressanone, Salisburgo.
Terzo viaggio:
• ottobre 1772: Bressanone, Trento, Rovereto, Ala
• novembre 1772: Verona, Milano
• marzo 1773: Verona, Trento, Bressanone, Salisburgo.
Primo viaggio [modifica]
I soggiorni milanesi diventeranno un'importante esperienza formativa: Mozart (talvolta chiamato "Volgango Amadeo") rimarrà a Milano complessivamente per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini, Johann Christian Bach e forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti).
Hasse rimase molto colpito dalle capacità del ragazzo, tanto che disse:
« Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti. »
L'epistolario
L'epistolario di Mozart, noto anche per la giocosità scurrile delle lettere in esso contenute, è stato reso pubblico nella sua interezza solo in tempi recenti. Per curiosità se ne propongono alcuni estratti.
• «Vedi, sono capace di scrivere in tutti i modi che voglio, elegante o selvaggio, corretto o contorto. Ieri ero di pessimo umore e il mio linguaggio era corretto e serio; oggi sono allegro e il mio stile è contorto e giocoso». A Bäsle.
• «Oui, con quanto sentimento defeco sul tuo naso, così che ti coli sul mento». Alla cugina Maria Anna, chiamata affettuosamente Bäsle.
• «Ieri ascoltammo il re scoreggione / Era dolce come torrone / E benché non fosse granché in voce / Rumoreggiava in modo atroce». Alla madre
• «Sono dispiaciuto di sentire che Herr Abate Salate ha avuto un colpo apoplettico, ma spero che con l'aiuto del Signore Truffatore le conseguenze non siano un insano pantano» (1777).
• «Ora le comunico una notizia che forse saprà già: quell'ateo e arcibirbone di Voltaire, è morto come un cane. Che ricompensa!» lettera al padre Leopold (1778).
Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarci più volte. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rondò che scriverà più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornerà a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.
Un altro importante soggiorno fu quello di Bologna (in due riprese, da marzo ad ottobre 1770). Ospite del conte Gian Luca Pallavicini, ebbe l'opportunità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre castrato Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini e Josef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini). A Parma ebbe l'occasione di assistere ad un concerto privato della celebre soprano Lucrezia Agujari, detta La Bastardella.
Amadeus prese lezioni di contrappunto da padre Martini e sostenne l'esame per l'aggregazione all'Accademia Filarmonica di Bologna (allora titolo ambitissimo dai musicisti europei). Il difficile e rigido esame dell'ancora giovane Mozart non fu particolarmente brillante, ed esistono prove del fatto che lo stesso Martini lo abbia aiutato in sede d'esame per favorirne la promozione [senza fonte]. A riprova del travagliato esito, infatti, del cosiddetto compito di Mozart esistono oggi ben tre copie, le prime due esposte al Museo internazionale e biblioteca della musica e quella "definitiva" all'Accademia Filarmonica di Bologna.
A Roma Mozart dà una straordinaria prova del suo genio: ascolta nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri e riesce nell'impresa di trascriverlo interamente a memoria dopo solo due ascolti. Si tratta di una composizione a nove voci, apprezzata a tal punto da essere proprietà esclusiva della Cappella pontificia, tanto da essere intimata la scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle mura vaticane. L'impresa ha i caratteri dello sbalorditivo, se si pensa all'età del giovanissimo compositore e alla incredibile capacità mnemonica nel ricordare un brano che riassume nel proprio finale ben nove parti vocali.
Dopo tale impresa i salisburghesi si recarono a Napoli, dove soggiornarono per sei settimane e dove la proverbiale scaramanzia partenopea additava all'anello che portava il compositore al dito la genesi delle sue incredibili capacità musicali, tanto da costringerlo a toglierselo. Ma a parte la scaramanzia, Napoli nel 1770 era la Capitale della Musica oltre che quella di un Regno, e i Mozart ebbero modo di sondare il terreno della produzione musicale napoletana. Amadeus era attratto dagli innovatori della musica a Napoli: Traetta, Cafaro, Francesco De Majo e principalmente Paisiello. Da Paisiello - secondo Abert - il giovane Mozart doveva apprendere diversi aspetti "[...] sia per i nuovi mezzi espressivi sia per l'uso drammatico-psicologico degli strumenti.[21]). Mozart a Napoli viene ad imparare, tuttavia la città lo ignora, nonostante i positivi riscontri ottenuti dai Mozart durante il soggiorno a Bologna e a Roma.
Ferdinando IV di Borbone, all'epoca diciottenne, non lo riceve a corte se non in una visita di cortesia presso la Reggia di Portici. Per Mozart non arriva nessuna scrittura nei Teatri napoletani, nessun concerto alla corte della Capitale della Musica. La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli induce il padre Leopold in una lettera al figlio del 23 febbraio del 1778 ad affermare: "Adesso la questione è solo: dove posso avere più speranza di emergere? forse in Italia, dove solo a Napoli ci sono sicuramente 300 Maestri [...] o a Parigi, dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle punte delle dita?"
Il viaggio di ritorno verso la casa natia iniziò con una nuova sosta a Roma, dove papa Clemente XIV gli conferì lo Speron d'oro. Indi lasciarono Roma per recarsi sulla costa adriatica, fermandosi ad Ancona e Loreto; questo soggiorno colpì il giovane Mozart, tanto che, subito dopo il ritorno, scrisse una composizione sacra dedicata alla Madonna di Loreto dal titolo Litaniae Lauretanae Beatae Mariae Virginis, seguita tre anni più tardi, nel 1774, da una seconda.
Tornò quindi a Bologna, dove come detto sopra, Mozart sostenne l'esame all'Accademia, e giunsero poi a Milano dove Wolfgang sperò di rimanere come compositore di corte, ma le sue aspettative furono frustrate da Maria Teresa d'Austria. A marzo del 1771 i Mozart tornarono a Salisburgo, dove vi rimarranno fino ad agosto, quando ripartiranno per un secondo viaggio in Italia, di quattro mesi.
Secondo e terzo viaggio in Italia [modifica]
A Milano in ottobre viene rappresentata l'opera Ascanio in Alba su libretto di Giuseppe Parini per celebrare le nozze dell'Arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este d'Austria con la Principessa Maria Beatrice Ricciarda d'Este di Modena.
Nel dicembre dello stesso anno Wolfgang con suo padre torna nella città natale.
Il terzo e ultimo viaggio in Italia durò dall'ottobre del 1772 fino al marzo del 1773, periodo in cui di rilievo è la composizione e la rappresentazione dell'opera Lucio Silla a Milano. Dopo un iniziale insuccesso, questa opera seria divenne ancora più rappresentata e apprezzata della precedente e applaudita Mitridate, re di Ponto, su libretto di Cigna-Santi basato sull'omonima opera francese di Racine tradotta dal Parini, e diretta dallo stesso Mozart per la stessa città nel 1770.
Mannheim e Parigi (1777-1780) [modifica]
Doveva essere chiaro, non solo a Wolfgang ma anche a suo padre, che una piccola corte provinciale come quella salisburghese non era un posto adatto a un genio del suo calibro.
Nel 1777 egli chiese all'arcivescovo il permesso di assentarsi da Salisburgo e, accompagnato dalla madre, partì alla ricerca di nuove opportunità. La corrispondenza tenuta con suo padre nel corso dei sedici mesi di viaggio non solo fornisce informazioni su cosa Mozart facesse, ma getta una vivida luce sul cambiamento nelle loro relazioni. Wolfgang, ora ventunenne, sentiva sempre più il bisogno di affrancarsi dalla dominazione paterna, mentre le ansietà di Leopold circa il loro futuro assumevano dimensioni patologiche.
Mozart e la madre si recarono in primo luogo a Monaco, dove l'Elettore rifiutò cortesemente di offrire a Mozart un posto presso la sua corte. Quindi essi andarono ad Augusta, facendo visita ai parenti paterni; qui Wolfgang iniziò una vivace amicizia con la cugina Maria Anna Thekla (con la quale in seguito tenne una corrispondenza piena di umorismo allegro e osceno).
Alla fine di ottobre Mozart e la madre giunsero a Mannheim, la cui corte dell'Elettore Palatino era una delle più famose ed evolute in Europa sul piano musicale. Mozart vi soggiornò per più di quattro mesi, sebbene comprendesse presto che neppure lì c'era posto per lui. Egli divenne amico di vari musicisti di Mannheim, insegnò musica e suonò, si innamorò di Aloysia Weber, un soprano, seconda delle quattro figlie di un copista di musica. Compose varie sonate per pianoforte, alcune con accompagnamento di violino. Prospettò al padre un progetto di viaggio in Italia con i Weber; tale proposta, del tutto irresponsabile, fu respinta da Leopold con una replica adirata, che citava il motto di Cesare Borgia: "Via, a Parigi! e che tu possa presto trovare il tuo posto tra i grandi uomini: aut Caesar aut nihil".
Il piano prevedeva che Wolfgang dovesse andare da solo nella capitale francese, ma poiché il padre non aveva grande fiducia nelle capacità amministrative del figlio, decise che dovesse essere ancora accompagnato dalla madre. Essi raggiunsero Parigi verso la fine di marzo del 1778 e Mozart trovò ben presto da lavorare. Il suo risultato più importante è la sinfonia (KV 297) composta per i Concerts spirituels, una brillante composizione in re maggiore con la quale egli soddisfece il gusto del pubblico parigino con grandi sfoggi orchestrali, senza però sacrificare l'unità della composizione.
Il giorno della prima della sinfonia, il 18 giugno, sua madre era seriamente malata. Anna Maria Pertl coniugata Mozart, morì il 3 luglio 1778 e fu sepolta nel cimitero di Saint Eustache; al suo funerale erano presenti solo il figlio Wolfgang e l'amico Heina.[22]
Mozart scrisse dapprima a Leopold parlando di una grave malattia, e nel contempo scrisse un'altra lettera a un amico di Salisburgo, l'abate Franz Joseph Bullinger, chiedendogli di preparare il padre alla triste notizia. Wolfgang andò quindi ad abitare con Friedrich Melchior, barone von Grimm, un amico tedesco. Poco tempo dopo Grimm scrisse a Leopold parlando pessimisticamente delle prospettive di Wolfgang a Parigi. Leopold negoziò pertanto con l'arcivescovo la riassunzione del figlio alla corte di Salisburgo, con il ruolo di organista. Richiamato a casa, Wolfgang, sia pure riluttante, obbedì e si diresse verso la città natale, passando per Mannheim, dove fu accolto freddamente da Aloysia Weber. Alla metà di gennaio del 1780 egli era di nuovo a Salisburgo.
Rottura con l'Arcivescovo e partenza per Vienna (1780-1791) [modifica]
Wolfgang tornò quindi assai contrariato nella sua città natale: con la morte della madre e la presa di coscienza delle proprie capacità musicali, egli aveva sempre più voglia di poter viaggiare e confrontarsi con le nuove realtà culturali, cose che sicuramente la piccola e provinciale Salisburgo non poteva offrirgli. A Salisburgo egli era alle dipendenze, come del resto il padre Leopold, della Corte Arcivescovile, Leopold come vice-direttore di cappella, Wolfgang come organista. A Wolfgang, tuttavia, questa occupazione andava stretta: mentre per il padre era importante che il figlio potesse consolidare sempre più la propria posizione di dipendente con uno stipendio fisso, Wolfgang aspirava a qualcosa di più, forse ad essere un artista completamente libero. In questo senso Mozart era veramente figlio del suo tempo, dell'epoca che avrebbe cioè portato alla Rivoluzione Americana e alla Rivoluzione Francese.
A causa di tale sete di libertà, Wolfgang cominciò ad avere dissidi sempre più frequenti col padre (che vedeva in lui un degno successore per un incarico ben stipendiato alla corte locale), ma soprattutto con l'Arcivescovo di Salisburgo Hieronymus von Colloredo, al quale spesso le biografie su Mozart dedicano giudizi ingrati. Di sicuro egli, che può essere definito a ben vedere un degno rappresentante del Dispotismo illuminato (aveva un busto di Voltaire nella sua residenza), non capì di aver un genio al proprio servizio ma è anche vero, però, che Mozart domandasse sempre più di frequente licenze straordinarie e sempre più lunghe, cosa che Colloredo, ovviamente, mal sopportava. Ciò, in modo inevitabile, non poteva che portare a una rottura tra i due.
L'occasione arrivò presto. Grazie ai contatti con i Weber, a Wolfgang venne commissionata un'opera, Idomeneo, ossia Ilia ed Idamante, da rappresentarsi a Monaco. Convinto di poter accattivarsi con questa il favore della Corte, Mozart si gettò nella composizione con entusiasmo, e alla fine del 1780 era nella capitale bavarese. Il 29 gennaio 1781 Idomeneo andò in scena con successo trionfale, tanto che ne vennero disposte numerose repliche; nello stesso periodo, l'Imperatrice Maria Teresa moriva, e l'Arcivescovo Colloredo si recò a Vienna per i funerali.
Questi fatti "costrinsero" Wolfgang a rimanere più del dovuto fuori sede e a raggiungere il suo padrone nella capitale austriaca: ufficialmente per ricongiungersi a lui e scusarsi, in realtà con lo scopo di farsi assumere dal nuovo Imperatore Giuseppe II, cosa che però non accadde. Solo nel 1787 Mozart sarà nominato compositore di corte, incarico modesto seppur retribuito con 800 fiorini l'anno (Gluck ne aveva presi quattromila).
Le cose non andarono bene per Mozart, nel senso che l'Arcivescovo, stizzito per il suo comportamento, lo fece letteralmente buttare fuori dal palazzo dal suo Camerlengo con una "storica" pedata nel fondoschiena. A nulla valsero le suppliche di papà Leopold al risoluto porporato: il figlio, licenziato, rimase a Vienna con l'intenzione di vivere come libero artista, cioè senza impieghi fissi pur componendo musica per la Corte. Mozart rimarrà nella capitale austriaca, salvo brevi periodi, per il resto della sua vita, componendovi le sue musiche migliori e morendovi giovane, senza conoscere mai il vero successo.
Mozart massone [modifica]
Mozart entrò nella Massoneria proprio dopo la partenza per Vienna, mentre la sua carriera di musicista era al culmine del successo. Venne iniziato come apprendista il 14 dicembre 1784, nella Loggia “La Beneficenza” di Vienna. Il compositore, in poco tempo, percorse tutto il cammino iniziatico della massoneria “bruciando le tappe”: nel marzo del 1785 fu elevato al grado di Compagno e il mese successivo, il 22 aprile, divenne Maestro. Nel frattempo, anche suo padre Leopold venne iniziato ai misteri della Libera Muratoria[23].
L'appartenenza massonica di Mozart non fu per adesione formale, ma trasse fondamento in profondi convincimenti esoterici e spirituali, che egli tradusse in musica, nelle Opere che più si riallacciano ai simboli e agli ideali massonici: fra questi, resta impareggiabile la simbologia del “Flauto Magico”[24]. Simbolico anche il carattere di progressione delle terze parallele, che contraddistingue la parte finale dell'opera K623. Il carattere massonico, poi, è impresso pure nella tonalità (con predilezione di mi bemolle) e nei timbri, dove è predominante la presenza di strumenti a fiato e voci maschili.
All'universo della musica massonica apparterrebbero, fra le altre opere, la “Cantata K471” del 1785, “L'Adagio” per 2 clarinetti e 3 corni di bassetto K411 dello stesso anno e la “Musica Funebre Massonica” K477 (pure questa del 1785), oltre alla “Piccola Cantata Massonica” K623 del 1791[25].
Malattia e morte (1791) [modifica]
Mozart morì cinquanta minuti dopo la mezzanotte del 5 dicembre 1791. Le esequie furono celebrate il 6 dicembre, alle tre del pomeriggio. Il feretro fu portato al Duomo di Santo Stefano, davanti alla Cappella del Crocifisso, nei pressi del cosiddetto "pulpito di Capistran", dove per i funerali più modesti la benedizione avveniva all'aperto. Il corpo venne poi sepolto in una fossa comune del cimitero di San Marco. L'immagine che vuole Mozart morto povero e dimenticato da tutti non corrisponde pienamente al vero. La sepoltura in una fossa comune era consona allo status sociale di Mozart e non fu dettata da motivi economici. Mozart, d'altronde, pur non godendo di un successo strepitoso negli ultimi suoi anni di vita, era pur sempre imperial-regio compositore di corte con un modesto stipendio di 800 fiorini l'anno[26]. Peraltro, va notato come - pur essendo di fatto andato disperso l'esatto luogo di sepoltura di Mozart - vi siano a Vienna ben due monumenti funerari del compositore in due diversi cimiteri, uno presso il Cimitero di St. Marx e un altro presso il Cimitero centrale (Zentralfriedhof).
La malattia e la morte di Mozart sono stati e sono tuttora un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti. Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenzò le sue ultime opere.
L'idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch'esse in ugual misura. Al contrario, qualche erudito suo contemporaneo sottolineò come Mozart nell'ultimo anno fosse di buon umore e che la morte giunse inattesa anche per gli amici e la famiglia stessa [senza fonte].
Anche l'effettiva causa del decesso di Mozart è materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta hitziges Frieselfieber (“febbre miliare acuta”, che allora era considerata contagiosa, o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente a identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all'avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, più recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all'epoca diffusa, è menzionata come concausa della morte. Una serie di ricerche epidemiologiche eseguite nel 2009 da un gruppo di patologi austriaci e olandesi, che si sono soffermati a studiare tutte le principali cause di decesso negli ultimi anni di vita di Mozart, porta a ritenere che - con grande probabilità - il compositore sia morto per una nefrite acuta conseguente a una glomerulonefrite a eziologia streptococcica.[27]
Mozart morì lasciando incompiuto il Requiem, il cui completamento fu affidato dalla moglie del compositore in un primo tempo al musicista Joseph von Eybler, il quale, tuttavia, ben presto si fece indietro. Fu allora chiamato il giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart che terminò il lavoro, completando le parti non finite e scrivendo ex novo quelle inesistenti.
Nel 1809 Constanze Weber, la vedova, si risposò col diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761–1826), grande ammiratore di Mozart e autore di una delle prime biografie dedicate al musicista. Per questo lavoro di sicuro Nissen attinse a testimonianze di Constanze, la quale, però, non può essere considerata una fonte del tutto attendibile. Ad esempio dalle lettere scritte da Mozart ad amici e familiari (alla stessa Constanze, ad esempio) Nissen e Constanze cancellarono spesso le parti più scurrili e ciò nel chiaro intento di idealizzare la figura del compositore[28].
Composizioni [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Lista delle composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart.
Le composizioni di Mozart spaziano in tutti i generi musicali del suo tempo: la musica sacra, l'oratorio, la sinfonia, il concerto per strumento solista ed orchestra, la musica da camera, la sonata per pianoforte ed il lied. Mozart è fra i musicisti maggiormente eseguiti non solo in Austria (in particolare a Salisburgo[29]), ma anche nelle sale da concerto di tutto il mondo.
Opere [modifica]
• Die Schuldigkeit des ersten Gebotes[30] K35 - (L'obbligo del primo comandamento)
• Apollo et Hyacinthus K38 - (13 maggio 1767, Università di Salisburgo)
• Bastien und Bastienne K50 - (2 ottobre 1890, Architektenhaus, Berlino)
• La finta semplice K51 - (1º maggio 1769, Corte dell'Arcivescovo, Salisburgo)
• Mitridate, re di Ponto K87 (K.74a) - (26 dicembre 1770, Teatro Regio Ducale, Milano)
• Ascanio in Alba K111 - (17 ottobre 1771, Teatro Regio Ducale, Milano)
• Il sogno di Scipione K126 - (1º maggio 1772, Residenza Arcivescovile, Salisburgo)
• Lucio Silla K135 - (26 dicembre 1772, Teatro Regio Ducale, Milano)
• La finta giardiniera K196 - (13 gennaio 1775, Redoutensaal, Monaco)
• Il re pastore K208 - (23 aprile 1775, Residenza Arcivescovile, Salisburgo)
• Zaide K344 - (opera incompiuta) (27 gennaio 1866, Francoforte)
• Thamos König in Ägypten K345 (cori e intermezzi musicali)
• Idomeneo, ossia Ilia ed Idamante, K366 - (29 gennaio 1781, Teatro Cuvilliés di Monaco)
• Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio) K384 - (16 luglio 1782, Burgtheater, Vienna)
• L'oca del Cairo K422 - (opera incompiuta) (1784, aprile 1860, Francoforte)
• Lo sposo deluso, ossia La rivalità di tre donne per un solo amante K430 (opera incompiuta) (1784)
• Der Schauspieldirektor (L'impresario teatrale) K486 - (7 febbraio 1786, Castello di Schönbrunn, Vienna)
• Le nozze di Figaro K492 - (1º maggio 1786, Burgtheater, Vienna)
• Don Giovanni, ossia Il dissoluto punito K527 - (29 ottobre 1787, Teatro degli Stati, Praga)
• Così fan tutte, ossia La Scuola degli Amanti K588 - (26 gennaio 1790, Burgtheater, Vienna)
• Die Zauberflöte (Il flauto magico) K620 - (30 settembre 1791, Theater auf der Wieden, Vienna)
• La clemenza di Tito K621 - (6 settembre 1791, Teatro degli Stati, Praga)
Musica Sacra [modifica]
Messe [modifica]
• Dominicus-Messe K 66
• Weisenhaus-Messe Missa solemnis K 139
• Trinitatis-Messe K 167
• Spatzen-Messe Missa brevis K 220
• Credo-Messe K 257
• Spaur-Messe Missa brevis K 258
• Orgelsolo-Messe Missa brevis K 259
• Krönungsmesse Missa solemnis K 317
• Missa aulica Missa solemnis K 337
• Messa in Do minore Missa solemnis K 427
• Messa di Requiem K 626 (incompiuta)
Litanie, Vespri ed altre composizioni sacre [modifica]
• Litaniae Lauretanae K 109
• Litaniae de venerabili altaris Sacramento K 125
• Dixit Dominus et Magnificat K 193
• Litaniae Lauretanae K 195
• Exultate Jubilate K 165 (158a) in Fa maggiore
• Litaniae de venerabili altaris Sacramento K 243
• Vesperae de Dominica K 321
• Vesperae solemnes de confessore K 339
• Ave verum Corpus K 618
Composizioni strumentali [modifica]
Sinfonie [modifica]
• Sinfonia n. 1 in Mi bemolle maggiore K 16
• Sinfonia n. 4 in Re maggiore K 19
• Sinfonia n. 5 in Si bemolle maggiore K 22
• Sinfonia n. 6 in Fa maggiore K 43
• Sinfonia n. 7 in Re maggiore K 45
• Sinfonia n. 8 in Re maggiore K 48
• Sinfonia n. 9 in Do maggiore K 73
• Sinfonia n. 10 in Sol maggiore K 74
• Sinfonia n. 11 in Re maggiore K 84
• Sinfonia n. 12 in Sol maggiore K 110
• Sinfonia n. 13 in Fa maggiore K 112
• Sinfonia n. 14 in La maggiore K 114
• Sinfonia n. 15 in Sol maggiore K 124
• Sinfonia n. 16 in Do maggiore K 128
• Sinfonia n. 17 in Sol maggiore K 129
• Sinfonia n. 18 in Fa maggiore K 130
• Sinfonia n. 19 in Mi bemolle maggiore K 132
• Sinfonia n. 20 in Re maggiore K 133
• Sinfonia n. 21 in La maggiore K 134
• Sinfonia n. 22 in Do maggiore K 162
• Sinfonia n. 23 in Re maggiore K 181
• Sinfonia n. 24 in Si bemolle maggiore K 182
• Sinfonia n. 25 in Sol minore K 183
• Sinfonia n. 26 in Mi bemolle maggiore K 184
• Sinfonia n. 27 in Sol maggiore KV 199
• Sinfonia n. 28 in Do maggiore K 200
• Sinfonia n. 29 in La maggiore K 201
• Sinfonia n. 30 in Re maggiore K 202
• Sinfonia n. 31 in Re maggiore K 297 "Pariser"
• Sinfonia n. 32 in Sol maggiore K 318
• Sinfonia n. 33 in Si bemolle maggiore K 319
• Sinfonia n. 34 in Do maggiore K 334
• Sinfonia n. 35 in Re maggiore K 385 "Haffner"
• Sinfonia n. 36 in Do maggiore K 425 "Linzer"
• Sinfonia n. 38 in Re maggiore K 504 "Prager"
• Sinfonia n. 39 in Mi bemolle maggiore K 543
• Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550
• Sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551 "Jupiter"
• Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K 364
• Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, corno e fagotto in Mi bemolle maggiore K 297b
Concerti [modifica]
• Concerto per pianoforte o clavicembalo - K 107
• Concerto per pianoforte n. 1 in fa magg.(Rielaborazione di Sonate di F.Raupach, Schobart e L.Honauer) - K 37
• Concerto per pianoforte n. 2 in si bemolle magg.(Rielaborazione di Sonate di F.Raupach, Schobart) - K 39
• Concerto per pianoforte n. 3 in re magg.(Rielaborazione di Sonate di L.Honauer, Eckhard e C.P.E. Bach) - K 40
• Concerto per pianoforte n. 4 in sol magg.(Rielaborazione di Sonate di L.Honauer und F.Raupach) - K 41
• Concerto per pianoforte n. 5 in re magg. - K 175
• Concerto per pianoforte n. 6 in si bemolle magg. - K 238
• Concerto per tre pianoforti n. 7 in fa magg. "Lodron-Konzert" - K 242
• Concerto per pianoforte n. 8 in do magg. "Lützow-Konzert" - K 246
• Concerto per pianoforte n. 9 in mi bemolle magg. "Jeunehomme-Konzert" - K 271
• Concerto per due pianoforti n. 10 in mi bemolle magg. - K 365
• Concerto per pianoforte n. 11 in fa magg. - K 413
• Concerto per pianoforte n. 12 in la magg. - K 414
• Concerto per pianoforte n. 13 in do magg. - K 415
• Concerto per pianoforte n. 14 in mi bemolle magg. - K 449
• Concerto per pianoforte n. 15 in si bemolle magg. - K 450
• Concerto per pianoforte n. 16 in re magg. - K 451
• Concerto per pianoforte n. 17 in sol magg. - K 453
• Concerto per pianoforte n. 18 in si bemolle magg. - K 456
• Concerto per pianoforte n. 19 in fa magg. - K 459 "I.Krönungs-Konzert"
• Concerto per pianoforte n. 20 in re min. - K 466
• Concerto per pianoforte n. 21 in do magg. - K 467
• Concerto per pianoforte n. 22 in mi bemolle magg. - K 482
• Concerto per pianoforte n. 23 in la magg. - K 488
• Concerto per pianoforte n. 24 in do min. - K 491
• Concerto per pianoforte n. 25 in do magg. - K 503
• Concerto per pianoforte n. 26 in re magg. - K 537 "II.Krönungs-Konzert"
• Concerto per pianoforte n. 27 in si bemolle magg. - K 595
• Concerto per flauto e arpa - K 299
• Concerto per flauto in sol mag K 313
• Concerto per oboe in do mag - K 314
• Concerto per flauto in re mag - K 314
• Concerto per clarinetto - K 622
• Concerto per violino n.1 - K 207
• Concerto per violino n.2 in re mag - K 211
• Concerto per violino n.3 - K 216
• Concerto per violino n.4 - K 218
• Concerto per violino n.5 - K 219
• Adagio in mi magg. - K 261
• Rondò in si bemolle magg. - K 269
• Rondò in do magg. - K 373
• Concertone per due violini e orchestra in do magg. - K 190
• Concerto per fagotto e orchestra - K 191
• Concerto per corno n. 1 - K 412
• Concerto per corno n. 2 - K 417
• Concerto per corno n. 3 - K 447
• Concerto per corno n. 4 - K 495
Sonate per pianoforte [modifica]
• Sonata per pianoforte n. 1 in Do maggiore K 279
• Sonata per pianoforte n. 2 in Fa maggiore K 280
• Sonata per pianoforte n. 3 in Si bemolle maggiore K 281
• Sonata per pianoforte n. 4 in Mi bemolle maggiore K 282
• Sonata per pianoforte n. 5 in Sol maggiore K 283
• Sonata per pianoforte n. 6 in Re maggiore K 284
• Sonata per pianoforte n. 7 in Do maggiore K 309
• Sonata per pianoforte n. 8 in La minore K 310
• Sonata per pianoforte n. 9 in Re maggiore K 311
• Sonata per pianoforte n. 10 in Do maggiore K 330
• Sonata per pianoforte n. 11 in La maggiore K 331
• Sonata per pianoforte n. 12 in Fa maggiore K 332
• Sonata per pianoforte n. 13 in Si bemolle maggiore K 333
• Sonata per pianoforte n. 14 in Do minore K 457
• Sonata per pianoforte n. 15 in Fa maggiore K 533
• Sonata per pianoforte n. 16 in Do maggiore K 545
• Sonata per pianoforte n. 17 in Si bemolle maggiore K 570
• Sonata per pianoforte n. 18 in Re maggiore K 576
Altre composizioni per piano [modifica]
• Dodici variazioni per pianoforte su Ah, vous dirais-je, Maman K 265
• Fantasia in re min K 397
• Fantasia in do min K 475
• Piccola Giga in sol min K 574
Sonate per pianoforte e violino [modifica]
• Sonata per pianoforte e violino in do mag K 296
• Sonata per pianoforte e violino in sol mag K 301
• Sonata per pianoforte e violino in mi bemolle mag K 302
• Sonata per pianoforte e violino in do mag K 303
• Sonata per pianoforte e violino in mi min K 304
• Sonata per pianoforte e violino in la mag K 305
• Sonata per pianoforte e violino in re mag K 306
• Sonata per pianoforte e violino in fa mag K 376
• Sonata per pianoforte e violino in fa mag K 377
• Sonata per pianoforte e violino in si bemolle mag K 378
• Sonata per pianoforte e violino in sol mag K 379
• Sonata per pianoforte e violino in mi bemolle mag K 380
• Sonata per pianoforte e violino in do maggiore K 403 (completata da M.Stadler)
• Sonata per pianoforte e violino in si bemolle mag K 454
• Sonata per pianoforte e violino in mi bemolle mag K 481
Sonate per clavicembalo [modifica]
• Sonata per clavicembalo e violino in Re maggiore K 7
• Sonata per clavicembalo e violino in Si bemolle maggiore K 8
• Sonata per clavicembalo e violino in Sol maggiore K 9
• Sonata per clavicembalo e violino K 26
• Sonata per clavicembalo e violino K 27
• Sonata per clavicembalo e violino K 28
• Sonata per clavicembalo e violino K 29
• Sonata per clavicembalo e violino K 30
• Sonata per clavicembalo e violino K 31
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello in Si bemolle maggiore K 10
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello in Sol maggiore K 11
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello in La maggiore K 12
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello K 13
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello K 14
• Sonata per clavicembalo, violino (o flauto) e violoncello K 15
Sonate da Chiesa [modifica]
Queste sonate, tranne la K 278 e la K 329, prevedono il raddoppio ad libitum del basso con il fagotto.
• Sonata in mi bemolle mag per due violini, organo, violoncello e basso K 67 (41h)
• Sonata in si bemolle mag per due violini, organo, violoncello e basso K 68 (41i)
• Sonata in re mag per due violini, organo, violoncello e basso K 69 (41k)
• Sonata in re mag per due violini, organo, violoncello e basso K 144 (124ª)
• Sonata in fa mag per due violini, organo, violoncello e basso K 145 (124b)
• Sonata in si bemolle mag per due violini, organo, violoncello e basso K 212
• Sonata in sol mag per due violini, organo, violoncello e basso K 241
• Sonata in fa mag per due violini, organo, violoncello e basso K 224 (241ª)
• Sonata in la mag per due violini, organo, violoncello e basso K 225 (241b)
• Sonata in fa mag per due violini, organo, violoncello e basso K 244
• Sonata in re mag per due violini, organo, violoncello e basso K 245
• Sonata in do mag per due violini, due trombe, organo, violoncello e basso K 263
• Sonata in sol mag per due violini, organo, violoncello e basso K 274 (271d)
• Sonata in do mag per due violini, violoncello, basso, due oboi, due trombe, timpani e organo K 278 (271e)
• Sonata in do mag per due violini, violoncello, basso, due oboi, due corni, due trombe, timpani e organo K 329 (317ª)
• Sonata in do mag per due violini, organo, violoncello e basso K 328 (317c)
• Sonata in do mag per due violini, organo, violoncello e basso K 336 (336d)
Duetti, Trii, Quartetti e Quintetti [modifica]
• Duo per violino e viola in sol mag K 423
• Quartetto K 370 in fa mag per oboe, violino, viola e violoncello
• Quartetto per archi in sol mag K 387
• Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle mag K 452
• Quartetto in si bemolle mag La caccia K 458
• Quartetto in do mag "Quartetto delle dissonanze" K 465
• Quartetto per piano e archi in sol min K 478
• Quartetto per piano e archi in mi bemolle mag K 493
• Trio Kegelstatt in mi bemolle mag per clarinetto, viola e piano K 498
• Quintetto per clarinetto e archi in la mag K 581
• Quintetto per archi in do min K 406
• Quintetto per archi in do mag K 515
• Quintetto per archi in sol min K 516
• Adagio e Rondò in do min per glassarmonica, flauto, oboe, viola e violoncello K 617
• 5 Divertimenti per tre corni di bassetto K 439
Divertimenti e Serenate [modifica]
per soli fiati
• Divertimento in Si bemolle mag K 186 (K 159b)
• Divertimento in Mi bemolle mag K 166 (K 159d)
• Divertimento in Do mag K 188 (K 240b)
• Divertimento in Fa mag K 213
• Divertimento in Si bemolle mag K 240
• Divertimento in Mi bemolle mag K 252 (K 240ª)
• Divertimento in Fa mag K 253
• Divertimento in Si bemolle mag K 270
• Serenata in Mi bemolle mag K 375 (a 6)
• Serenata in Mi bemolle mag K 375 (a 8)
• Serenata in Do min K 388 (K 384ª)
• Serenata in K 361 (K 370ª)
• Adagio in Si bemolle mag K 411 (K 484ª) per fiati e archi
• Divertimento in Re mag
1. Marcia K 290 (K 167AB)
2. Divertimento K 205 (K 167A)
• Divertimento in Fa mag
1. Marcia K 248
2. Divertimento K 247(K )
• Divertimento in Re mag K 251
• Divertimento in Si bemolle mag K 287 (K 271H)
• Divertimento in Re mag
1. Marcia K 445 (K 320c)
2. Divertimento K 334 (K 320b)
• Uno Scherzo Musicale[31] in Fa mag K 522
Altre composizioni [modifica]
• Marcia funebre massonica in do min "Maurerische Trauermusik" K 477
Lo stile mozartiano [modifica]
Le composizioni di Mozart e di Haydn appartengono a un periodo storico - la seconda metà del XVIII secolo - durante il quale avvenne nella musica occidentale l'evoluzione dal cosiddetto stile galante ad un nuovo stile, detto in seguito classico, che avrebbe accolto in sé anche gli elementi contrappuntistici, che caratterizzavano la tarda musica barocca e proprio in reazione alla cui "complessità" si era sviluppato lo stile galante.
Dettaglio del manoscritto del Requiem K. 626
Lo stile della musica di Mozart non solo segue da vicino lo sviluppo dello stile classico, ma senza dubbio contribuisce in modo fondamentale a definirne le caratteristiche, in modo tale da poter essere considerato esso stesso l'archetipo. Mozart fu uno straordinario compositore che si dedicò con apparente semplicità a tutti i principali generi dell'epoca: scrisse un gran numero di sinfonie, opere, concerti per strumento solista, musica da camera (fra cui quartetti d'archi e quintetti d'archi) e sonate per pianoforte. Benché per nessuno di questi generi si possa affermare che egli fu il "primo autore", per quanto riguarda il concerto per pianoforte si deve riconoscere che esso deve a Mozart, autore ed interprete delle proprie composizioni, il grandioso sviluppo formale e di contenuti che avrebbe caratterizzato questo genere nel secolo successivo. Lo stesso Beethoven nutriva grande ammirazione per i concerti per pianoforte mozartiani, che furono il modello dei suoi concerti, in modo particolare i primi tre [senza fonte]. Mozart rinnova il genere musicale del concerto: il discorso musicale si svolge come dialogo paritario fra due soggetti di uguale importanza, il solista e l'orchestra. Mozart scrisse concerti per pianoforte, violino, flauto, oboe, corno, clarinetto, fagotto. Mozart scrisse anche un gran numero di composizioni sacre, fra cui messe, e composizioni più "leggere", risalenti per lo più al periodo salisburghese, come le marce, le danze, i divertimenti, le serenate e le cassazioni.
I tratti caratteristici dello stile classico possono essere ritrovati senza difficoltà nella musica di Mozart: chiarezza, equilibrio e trasparenza sono elementi distintivi di ogni sua composizione. Tuttavia l'insistenza che a volte viene data agli elementi di delicatezza e di grazia della sua musica non riesce a nascondere la potenza eccezionale di alcuni dei suoi capolavori, quali il concerto per pianoforte n. 24 in do minore K. 491, la Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550, e l'opera Don Giovanni.
Charles Rosen ha scritto[32]:
« Solamente riconoscendo che la violenza e la sensualità è al centro dell'opera di Mozart è possibile fare il primo passo verso la comprensione delle sue strutture e della sua magnificenza. In un modo paradossale, la caratterizzazione superficiale di Schumann[33] della sinfonia K. 550 in sol minore può aiutarci a comprendere il demone di Mozart in modo più completo. Nell'opera di Mozart ogni suprema espressione di sofferenza e terrore ha qualcosa di sorprendentemente voluttuoso. »
Soprattutto nell'ultimo decennio di vita Mozart esplorò l'armonia cromatica con una intensità raramente ritrovata in altri compositori del suo tempo.
Scrive Hermann Abert[34]:
« Neppure l'uomo normale si dà pena di imitare alcuna cosa di cui non rechi già in sé l'embrione. Nel genio questa scelta reca già l'impronta dell'atto creativo. Essa è infatti il primo tentativo di una presa di posizione, d'un affermarsi nei confronti della tradizione: tentativo che dovrà agguerrirlo a rifiutare ciò che gli sia estraneo o d'intoppo e non soltanto ad imitare ma a "ricreare" ed assimilare ogni elemento congeniale. Non dovremo quindi mai dimenticare che la grandezza di Mozart sta nel suo "io", nella sua forza creativa; non nel materiale col quale si è cimentato. »
Fin da fanciullo Mozart aveva mostrato che era capace di ricordare ed imitare senza alcuna difficoltà la musica che aveva l'occasione di ascoltare. I suoi numerosi viaggi consentirono al giovane compositore di far sua una rara collezione di esperienze attraverso le quali Mozart creò il suo unico linguaggio compositivo.[35] La ricerca critica e musicologica sull'opera di Mozart è al centro del monumentale lavoro in cinque volumi Mozart - Sa vie musicale et son oeuvre (1912-1946) di Teodor de Wyzewa e Georges de Saint-Foix. Attraverso un metodo di analisi scrupolosa delle influenze dovute all'ambiente musicale col quale Mozart si confrontò nel corso della sua breve vita, i due musicologi arrivarono a suddividere l'opera di Mozart in 34 fasi stilistiche diverse, ciascuna di esse sotto l'influenza di un dato modello. Questo "approccio riduttivo" tuttavia è stato in seguito criticato e messo in discussione, fra gli altri da Paumgartner[36]:
« Nella compiaciuta infatuazione di quei confronti critico-stilistici, si tralasciò anzitutto di cercar di scoprire in virtù di quali leggi più profonde la musica di Mozart, nonostante le innegabili reminiscenze dei modelli contemporanei, risulti così sostanzialmente diversa da questi e, appunto perciò abbia potuto svilupparsi assumendo forme proprie, originali e durature »
Mozart era ancora bambino durante il soggiorno a Londra quando incontrò Johann Christian Bach ed ascoltò la sua musica. A Parigi, Mannheim e Vienna egli ascoltò i lavori dei compositori attivi in quei luoghi così come la famosa orchestra di Mannheim. In Italia ebbe modo di conoscere ed approfondire la ouverture italiana e l'opera buffa dei grandi maestri italiani del settecento, e questa esperienza sarebbe stata di fondamentale importanza nello sviluppo successivo della sua musica. Sia a Londra sia in Italia, lo stile galante dominava la scena: uno stile semplice, quasi da musica leggera, caratterizzato da una predilezione per le cadenze, da una enfasi sulle frasi nella tonalità fondamentale-dominante-sottodominante (escludendo così altri accordi), e dall'uso di frasi simmetriche e di strutture articolate in modo chiaro.[37]
Lo stile galante, che fu l'origine dello stile classico, era nato come reazione alla "eccessiva complessità" della tarda musica barocca. Alcune delle sinfonie giovanili di Mozart hanno la forma di ouvertures in tre movimenti nello stile italiano; molte di queste sono "omotonali", ossia tutti i tre movimenti sono nella stessa tonalità, essendo il movimento lento centrale nella relativa tonalità minore. Altri lavori "imitano" la stile di Johann Christian Bach, mentre altri ancora mostrano la semplice forma bipartita in uso fra i compositori viennesi.
Passando dalla giovinezza alla prima maturità Mozart iniziò ad inserire alcune delle caratteristiche fondamentali dello stile barocco all'interno delle proprie composizioni. Per esempio, la sinfonia n. 29 in la maggiore K 201 impiega nel primo movimento un tema principale in forma contrappuntistica e sono presenti anche sperimentazioni con frasi di lunghezza irregolare. A partire dal 1773 appaiono nei quartetti dei movimenti conclusivi in forma di fuga, probabilmente influenzati da Haydn, che aveva incluso finali in questa forma nei quartetti dell'opera 20. L'influenza dello stile Sturm und Drang, che preannuncia col suo carattere la futura era Romantica è evidente in alcune delle composizioni di quel periodo di entrambi gli autori, fra cui spicca la sinfonia n. 25 in sol minore K 183, la prima delle due uniche sinfonie in tonalità minore scritte da Mozart[38].
« Mozart infuse negli strumenti il nostalgico afflato della voce umana per la quale nutriva uno specialissimo amore. Orientò verso il cuore della melodia l'inesauribile fiumana d'una ricca armonia, dando sempre alla voce degli strumenti quella fervida intensità di sentimento propria della voce umana: inesauribile fonte dell'espressione racchiusa nel fondo del cuore.[39] »
(Richard Wagner)
Mozart fu anche uno dei grandi autori di opere, egli passava con grande facilità e naturalezza dalla scrittura strumentale a quella vocale. Le sue opere appartengono ai tre generi principali in voga alla fine del Settecento: l'opera buffa (Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte), l'opera seria (Idomeneo e La clemenza di Tito) e Singspiel (Il ratto dal serraglio e Il flauto magico). In tutte le sue grandi opere Mozart piega la scrittura strumentale per sottolineare lo stato psicologico dei personaggi ed i cambiamenti di situazione drammatica. La scrittura operistica e quella strumentale si influenzano a vicenda: l'orchestrazione via via più sofisticata che Mozart adotta per le composizioni strumentali (sinfonie e concerti in primo luogo) viene adottata anche per le opere, mentre l'uso particolare che egli fa del colore strumentale per evidenziare gli stati d'animo ritorna anche nelle ultime composizioni non operistiche.[40]
Mozart ed i compositori contemporanei [modifica]
Joseph Haydn [modifica]
Ritratto di Joseph Haydn, 1792
Una grande amicizia e reciproca stima contraddistingue il legame che unisce Mozart ad Haydn nonostante quest'ultimo fosse di ben ventiquattro anni più anziano. Non è possibile stabilire con certezza quando Mozart entrò in rapporti di amicizia con Haydn ma di certo si sa che nel 1785 i due musicisti erano intimi amici, tanto da darsi del tu, ed ebbero diversi incontri in casa dei fratelli Storace, avendo occasione e di parlare di musica e di eseguire insieme musica cameristica.
Mozart ebbe come intimo amico il fratello Michael Haydn e questo fatto sembra essere di non secondaria importanza per la conoscenza di Joseph. Altro fatto certo è che Haydn, dalla residenza degli Esterházy, dove prestava servizio, si recava spesso a Vienna dove Mozart si era definitivamente trasferito nel 1781.
Ad Haydn non poteva sfuggire la grandezza di Mozart ma non concepì questo fatto oggettivo con ostilità ed invidia, bensì ne raccolse i suggerimenti compositivi. E ciò avvenne anche per Mozart che pubblicamente rese nota la sua riconoscenza ad Haydn dedicandogli ben sei quartetti (K 387, K 421, K 428, K 458, K 464 e K 465)[senza fonte] ed apprezzò per tutta la vita il compositore più di ogni altro musicista del passato o a lui contemporaneo.
Mozart compose i citati quartetti tra il 1782 e il 1785 e ciò rappresenta un'eccezione per un compositore che più volte si era trovato a scrivere concerti in poche ore e che a volte mandava a memoria la propria parte in quanto presente nella sua sola testa ma non ancora riportata su uno spartito.
La ragione è semplice: i quartetti vennero scritti nel modo rivoluzionario che Haydn aveva inventato, pubblicando proprio nel 1771 i sei quartetti russi op. 33, la cui modalità di composizione venne da Haydn stesso definita "nuova e speciale maniera". La "nuova e speciale maniera" era costituita dall'abbandono dei principi compositivi del settecento (nel quartetto ed in seguito nella musica da camera in generale) della melodia con accompagnamento per dare invece un ugual risalto alle quattro voci dell'organico che si trovavano ora a colloquiare in modo paritetico.
Mozart aveva quindi due problemi da risolvere, imparare a comporre nel nuovo modo e trovare quindi un proprio modo espressivo. Quale conseguenza della reciproca amicizia e stima alla posterità vennero tramandate due opere parallele e immortali. La stima che Haydn aveva di Mozart è ben descritta nelle parole che Haydn dice al padre Leopold: «Vi dico innanzi a Dio, da galantuomo, che vostro figlio è il più grande compositore che io mi conosca, di nome e di persona. Ha gusto e possiede al sommo grado l'arte del comporre».
Quando Mozart muore a soli 35 anni, Haydn si trova a Londra. Saprà della morte dell'amico e collega solo al suo rientro a Vienna (1792), rimanendone rattristato.
Aneddotica [modifica]
La leggenda su Mozart e Salieri [modifica]
Antonio Salieri
Nel corso degli anni nacque e si diffuse la leggenda secondo cui Mozart sarebbe stato avvelenato, per gelosia, dal compositore italiano Antonio Salieri. Questa diceria, priva di fondamento, ha ispirato diversi artisti nel corso dei secoli. Il poeta e scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin diede credito a queste voci, e nel 1830 scrisse Mozart e Salieri (precedentemente intitolato Invidia), un brevissimo dramma in versi, in cui un Salieri roso dalla gelosia fa commissionare da Mozart un'opera, il Requiem, per poi uccidere l'autore, spacciare il brano per suo, suonarlo al funerale di Mozart e poter sentire: «Anche Salieri è stato toccato da Dio». Per la trovata, l'autore russo si ispirò probabilmente al fatto che il Requiem di Mozart fu commissionato dal conte Franz von Walsegg, che infatti voleva spacciarlo per proprio in occasione dell'anniversario della morte della propria consorte. In merito all'opera di Puškin si è detto:
« Se Salieri non ha ucciso Mozart, di sicuro Puškin ha ucciso Salieri[41] »
Il 25 novembre 1898, al Teatro Solodovnikov di Mosca, va in scena la prima dell'opera Mozart e Salieri del compositore russo Rimskij-Korsakov.
La musica è ispirata e dedicata al compositore Dargomyžškij, mentre il libretto è scritto da Rimskij-Korsakov stesso, basandosi sulla tragedia di Puškin, e come questa l'opera si divide in due sole scene.
La sera della prima, le variazioni sulla musica di Mozart sono eseguite dal pianista e compositore Sergej Rachmaninov.
È del 1978 un successivo adattamento della leggenda sulla fine di Mozart: con Amadeus, infatti, il drammaturgo Peter Shaffer conquista i teatri di Londra.
La vicenda prende le basi del lavoro di Puškin e ne amplia la portata. Rimane l'invidia di Salieri e il Requiem commissionato da un uomo vestito di nero (Salieri mascherato), ma il tutto viene approfondito e, soprattutto, la narrazione avviene ad opera di Salieri stesso. Il testo subisce diverse modifiche, fino alla versione definitiva del 1981.
Nel 1984 il dramma di Shaffer viene portato al cinema da Miloš Forman con Amadeus, dove però vengono ammorbiditi i lati negativi del personaggio di Salieri rispetto al dramma di Puskin: anche se nella versione rimasterizzata del film del 2002 verranno ripristinate alcune scene più dure, il Salieri cinematografico (interpretato da F. Murray Abraham che vinse l'Oscar per il miglior attore) è decisamente meno negativo di quello del dramma di Shaffer, e per sua decisione dato che il drammaturgo aveva curato anche la sceneggiatura del film.
Altre curiosità [modifica]
Pochi altri autori musicali hanno suggestionato la fantasia del pubblico come Mozart. Già bambino prodigio noto nelle maggiori corti d'Europa, in seguito compositore di genio e infine protagonista di una precoce e misteriosa morte: la sua vita è stata interpretata, sin dall'Ottocento, come simbolo stesso della genialità e della perfezione apollinea, idealizzando la sua figura come nessun altro autore prima o dopo di lui. Creando quindi un mito di Mozart, genio assoluto, che tuttora nell'immaginario collettivo è probabilmente più popolare delle sue stesse opere. In questo contesto non deve quindi stupire che siano fioriti aneddoti di ogni tipo sulla sua figura, miranti a sottolineare (rare volte a sproposito, ma spesso in modo esagerato) la sua genialità e la sua "unicità". Qui di seguito sono elencati alcuni fra gli aneddoti più interessanti e curiosi riguardo alla sua vita e alle sue opere.
• Nel vasto repertorio di aneddoti che circondano la vita del giovane Mozart, particolarmente curioso è quello che riguarda la sua visita a Roma della Pasqua del 1770. In quest'occasione l'allora quattordicenne Mozart ebbe modo di ascoltare l'esecuzione del celebre Miserere di Gregorio Allegri. Questa composizione era proprietà esclusiva della Schola Cantorum della Cappella Sistina, dalla quale era custodito gelosamente. L'esecuzione avveniva esclusivamente nel periodo pasquale a luci spente e lo spartito non poteva essere copiato né letto, pena la scomunica. La leggenda dice che il giovane Mozart, dopo averlo ascoltato una sola volta sia stato in grado di trascriverlo, a memoria, nota per nota. A questa leggenda si riconduce un secondo aneddoto: Felix Mendelssohn Bartholdy, in visita a Roma, per scommessa volle ripetere l'impresa di Mozart e, dopo un solo ascolto, fu anch'egli in grado di trascrivere fedelmente questa composizione. È bizzarro segnalare come la recente ricerca storiografica abbia scoperto che Mozart ascoltò quest'opera 2 volte prima di cimentarsi nella trascrizione, mentre al molto meno celebrato Mendelssohn fu sufficiente un solo ascolto. C'è comunque da considerare che Mozart l'ascoltò quando aveva solamente 14 anni, mentre Mendelssohn era quasi trentenne.
• Mozart fece diversi viaggi in Italia, fin quando, da giovanissimo, iniziò la carriera di concertista esibendosi nelle corti d'Europa. Non deve quindi sorprendere che parlasse correttamente l'italiano (usanza allora molto diffusa nel mondo musicale), mentre più curioso è il fatto che nelle lettere egli amasse firmarsi come Amadé, francesizzando il proprio nome.
• Pur nell'inconfutabilità del genio mozartiano, un capitolo a parte meritano, nella sua vasta produzione artistica, i "prestiti" e le citazioni di opere altrui che si possono riscontrare nei suoi lavori. Nel noto Requiem, sono rintracciabili intere frasi musicali tratte da composizioni di Georg Friedrich Händel. La vastità di queste "citazioni" o rielaborazioni di musiche altrui è talmente ampia che il celebre compositore e critico musicale Luciano Chailly[42] riferisce che Clementi, ristampando una sua Sonata, dovette segnalarvi in calce con comprensibile stato d'animo il celebre "plagio di Mozart".
• Il musicologo Giovanni Carli Ballola[43] arrivò ad affermare che "se Mozart fosse vissuto ai nostri tempi, avrebbe dovuto passare molto tempo, per i suoi plagi, in un'aula di Pretura". D'altra parte alla sua epoca non esisteva il concetto moderno di "copyright", sviluppatosi dalla seconda metà dell'Ottocento: tutti i musicisti riprendevano abbondantemente dai predecessori o contemporanei. Basti pensare alla grande importanza che nella musica sei-sette-ottocentesca aveva la variazione su un tema altrui (fra le tante le Variazioni su Là ci darem la mano di Chopin, tratte dal mozartiano Don Giovanni); ma nel mondo moderno, dove il plagio è un reato oltre che un peccato artistico, essa è pressoché sparita dal panorama musicale occidentale. Comunque è stata enorme l'influenza di Mozart sugli operisti napoletani ed italiani in generale, compreso il grande Rossini, soprannominato "il tedeschino" in gioventù per lo studio di Mozart ed altri grandi sinfonisti. Anche in ambito tedesco (dunque fondamentalmente sinfonico) Mozart fu "plagiato" da musicisti come Beethoven, che utilizzò due temi musicali mozartiani (Sonate K 332 e K 135; Fuga della Fantasia K 394) nella sua sinfonia pastorale e Felix Mendelssohn che sfruttò in diverse composizioni temi ispirati a Mozart.
• Si racconta che un giovane Mozart durante uno dei suoi concerti alla corte dell'imperatrice Maria Teresa rese omaggio a una graziosa piccola dama che si trovava tra il reale seguito, chiedendola addirittura in moglie. Quella damina sarebbe diventata la regina di Francia Maria Antonietta.
Bibliografia [modifica]
• Hermann Abert, Mozart, 2 volumi, Il Saggiatore, Milano, 1984 e 1994, ISBN 88-428-0219-0
• Fabrizio Alfieri, Mozart. Il viaggio iniziatico nel «Flauto magico», Oriental Press - Luni Editrice, Milano, 2006
• Lorenzo Arruga, Mozart da vicino, Rizzoli, 2006 - ISBN 88-17-00981-4
• Francesco Attardi, Viaggio intorno al flauto magico, Libreria Musicale Italiana Editrice, 2006
• Alberto Basso, I Mozart in Italia, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2006, ISBN 88-95341-00-2
• Chiara Bertoglio, Voi suonate amici cari. La musica di Mozart tra palcoscenico e tastiera, Marco Valerio, Torino, 2005
• Lidia Bramani, Mozart massone e rivoluzionario, Bruno Mondadori, 2006
• Piero Buscaroli, La morte di Mozart, BUR Saggi, Milano, 2002 - ISBN 88-17-00944-X
• Luciano Cacciavillani, Mozart... amico mio!, GDS Edizioni, Milano, 2009 - ISBN 978-88-96255-28-5
• Edward Joseph Dent, Il teatro di Mozart, Rusconi, 1994, ISBN 88-18-70086-3
• Wolfgang Hildesheimer, Mozart, Sansoni, Firenze, 1979
• Piero Melograni, WAM La vita e il tempo di Wolfgang Amadeus Mozart, Laterza. 2003 - ISBN 88-420-7058-0
• Renato Musto – Ernesto Napolitano, Una favola per la ragione. Miti e storia nel “Flauto magico” di Mozart, 1981, ristampa 2006, ISBN 88-7088-520-8
• Marco Murara (a cura di), Tutte le lettere di Mozart. L’epistolario completo della famiglia Mozart dal 1755 al 1791, pp. 2022, 3 tomi, Zecchini Editore, ottobre 2011, ISBN 978-88-6540-014-2
• Marco Murara e Bruno Bianco, ed., Mozart. Tutti i testi delle composizioni vocali, Marco Valerio, Torino, 2005 ISBN 88-7547-010-3
• Ernesto Napolitano, Mozart, verso il Requiem, frammenti di felicità e di morte, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 88-06-16899-1
• Paolo Onofrio Nuzzolese, Wolfgang Amadeus Mozart, il concerto per violino e orchestra in La maggiore, K.V.219, Tesi di laurea in Didattica della Musica, a.a. 2006-2007, Conservatorio Statale di Musica "L.Perosi" di Campobasso
• Bernhard Paumgartner, Mozart, trad. it., Einaudi, Torino, 1994
• A. Poggi, E. Vallora, Mozart, Signori il catalogo è questo, Einaudi, Torino, 1991
• Piero Rattalino, La vera storia di "Amadeus" e altri racconti, Zecchini Editore, Varese, 2005 - ISBN 88-87203-30-X
• Piero Rattalino, ed., Vita di Wolfgango Amadeo Mozart scritta da lui medesimo, Il Saggiatore, Milano, 2005 - ISBN 88-428-1244-7
• Stendhal, Vita di Mozart, Newton & Compton, Roma, ristampa 1996
• Enrico Stinchelli, Mozart. La vita e l'opera, Newton & Compton, Roma 1986
• Cristina Wysocki, Le arie da concerto di Wolfgang Amadeus Mozart per voce di soprano, Libreria Musicale Italia, 2006, ISBN 88-7096-440-X
Onorificenze [modifica]
Cavaliere dell'Ordine dello Speron d'Oro
— Roma, 4 luglio 1770
Filmografia [modifica]
• Melodie eterne (Italia, 1940), film diretto da Carmine Gallone. Biografia romanzata del compositore, qui interpretato da Gino Cervi.
• Mozart (1982) sceneggiato televisivo, di Marcel Bluwal, coproduzione Francia, Belgio, Italia, Canada, Svizzera. Corretta miniserie di sei puntate. Il protagonista è Christoph Bantzer. Fra gli attori, tre italiani: Carlo Rivolta nel ruolo di Salieri, Stefano Satta Flores nel ruolo di Lorenzo Da Ponte e Arnoldo Foà.
• Noi tre (Italia, 1984), film cinematografico, di Pupi Avati. La trama, con tratti onirici e favolistici tipici della filmografia del regista bolognese, è ispirata al soggiorno che il quattordicenne Mozart, detto Amadé (Christopher Davidson) fece nei pressi del capoluogo emiliano nel 1770, ospite del conte Gian Luca Pallavicini (Carlo Delle Piane), di sua moglie Maria Caterina (Ida Di Benedetto) e del pazzo "Signor Cugino" (Gianni Cavina), stringendo amicizia col contino Giuseppe (Dario Parisini), suo coetaneo che dapprima gli è assai ostile, e innamorandosi di Antonia Leda (Barbara Rabeschini): "Noi tre" è una frase che viene detta da Giuseppe una sera che lui, Amadé e Antonia decidono di dormire nello stesso letto. Improbabile il personaggio del padre di Amadé (Lino Capolicchio), assai lontano dal carattere austero, spigoloso e sprezzante del vero Leopold Mozart. Le musiche sono di Riz Ortolani ma non mancano, ovviamente, brani di Mozart.
• Amadeus (Stati Uniti, 1984). Il film di Miloš Forman, di cui già si è parlato, ha vinto complessivamente otto Oscar fra cui quello per il miglior film. Accanto a F. Murray Abraham nel ruolo di Antonio Salieri, recitano Tom Hulce (W. A. Mozart), Elizabeth Berridge (Costanza Weber Mozart), Roy Dotrice (L. Mozart), Jeffrey Jones (imperatore Giuseppe II), Christine Ebersone (Katerina Cavalieri), Simon Callow (Immanuel Schikaneder) e, nella versione Director's Cut del 2002, pure il ballerino Kenneth MacMillan, qui solo attore istrionico. Il Mozart del film è un "immorale, presuntuoso e irritante marmocchio" (come lo definisce il suo ex padrone Arcivescovo Colloredo); per questo il suo genio è visto dal "mediocre" Salieri come la mano di Dio che infierisce contro di lui umiliandolo, portandogli via la donna amata e facendogli spesso sentire la sua sonora, stridula risata. Buona parte del film è girata a Praga, la città di Forman.
Lavori teatrali [modifica]
• Amadeus, di Peter Shaffer (Regno Unito, 1978), adattata al cinema nell'omonimo film di Miloš Forman.
• Mozart, l'opéra rock (Francia, 2009), musical di Dove Attia e Albert Cohen. La parte di Mozart è interpretata dal cantante italiano Mikelangelo Loconte.
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