Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto inglesi e francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square, una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate.
Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali).
Da questo substrato musicale emerse, alla fine dell'Ottocento, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.
COME NASCE
Il commercio triangolare era un sistema di commercio sviluppatosi sulle acque
dell'Oceano Atlantico tra l’Europa, l’Africa e l’America tra il XVI e il XVII secolo.
Consisteva in un continuo scambio di merci tra i tre continenti.
L’Europa, le cui navi partivano da Londra e Amsterdam, scambiava merci quali lana,
oggetti in cuoio e in vetro, rum e perline, lingotti di ferro, fucili e polvere da sparo; tutti
prodotti unicamente per lo scambio con l’Africa.
L’Africa, il cui porto di sbarco era il Golfo di Guinea, barattava i prodotti europei con
gli schiavi (catturati nelle zone dell’attuale Senegal, Gambia, Guinea, Sierra Leone,
Benin), e quando non bastavano, aggiungevano l’avorio, la gomma e legni preziosi.
Dall’Africa gli schiavi venivano portati in America, nelle Antille, per svolgere lavori
forzati; come la lavorazione nelle piantagioni di cotone, che in seguito veniva portato
in Europa. L’America in cambio degli schiavi donava zucchero, caffè, tabacco,
cotone, cacao, riso, pellicce e coloranti naturali, che tornava nei porti Europei.
La durata media di questo circuito era di 18 mesi.
Né in America settentrionale, né in America meridionale fu possibile sfruttare la mano
d'opera locale durante il periodo del colonialismo europeo.
Gli indios sudamericani non avevano i requisiti fisici necessari per svolgere i lavori
più pesanti e non avevano resistito alle epidemie di vaiolo introdotte dagli spagnoli.
I neri d'Africa, per loro natura più resistenti, costituivano da questo punto di vista
un'alternativa. Venivano catturati sul posto e acquistati da mercanti (i Negrieri)
generalmente di origine araba. Venduti agli europei, gli schiavi venivano stipati nelle
navi negriere che venivano riempite all’inverosimile.
Qui venivano incatenati, senza indumenti; rimanevano nelle stive per la maggior
parte del viaggio, molti non sopravvivevano e alcuni venivano uccisi perché le misere
razioni di cibo non erano sufficienti.
Dopo un viaggio che andava dalle 4 alle 8 settimane, arrivati in America, venivano cosparsi d’olio, separati da amici e familiari e venduti singolarmente all’asta al miglior
offerente. Il loro destino era lavorare duramente nelle piantagioni e subire
maltrattamenti crudeli. I tentativi di fuga erano puniti con la fustigazione, spesso fino
alla morte.
Nell'America coloniale, ancor prima che la schiavitù divenisse completamente basata
su basi razziali, gli schiavi neri erano usati a fianco degli schiavi bianchi. Quest’ultimi
erano schiavi per propria scelta ed erano vincolati alla condizione servile da un
contratto, con scadenza determinata, che gli permetteva di pagare le spese di
viaggio sostenute per arrivare in America. Alla scadenza di tali contratti i bianchi che
erano sopravvissuti recuperavano la libertà (ciò non era previsto per i neri).
A seguito di una serie di rivolte che coinvolsero questo tipo di coloni, però, negli Usa
si arrivò a fare a meno degli schiavi bianchi già nel XVIII secolo, riservando la
schiavitù ai neri africani, che non potevano contare, a differenza dei bianchi, sulla
solidarietà dei componenti liberi della società bianca dominante. In questo modo,
"razza" e condizione sociale vennero a coincidere negli Usa, in modo tale che ancor
oggi negli Stati Uniti è difficile separare i due concetti.
(KKK in acronimo) è il nome utilizzato da numerose organizzazioni statunitensi, di
stampo spesso terroristico, che propugnano la superiorità della razza bianca.
Storicamente si distinguono tre fasi del movimento: una prima dal 1865 al 1874 come
confraternita di ex militari dell'esercito degli Stati Confederati d'America, una seconda
dal 1915 al 1944, in cui il movimento ha assunto la fisionomia che oggi consideriamo
tipica, ed una terza dal secondo dopoguerra ad oggi, caratterizzato dalla grande
frammentazione del movimento in una miriade di piccole organizzazioni fra loro
ufficialmente scollegate che utilizzano il nome KKK o sue varianti. Il nome Ku Klux Klan.
Tre membri del Ku Klux Klan catturati a Tishamingo nello stato del Mississippi
(Settembre 1871). Il Ku Klux Klan originale fu creato a Pulaski nel Tennessee negli
USA dopo la guerra di secessione americana il 24 dicembre 1865 da reduci
dell'esercito della Confederazione. Esso crebbe di importanza dopo una convention
tenuta a Nashville nell'estate del 1867. Questa convention venne presieduta dal
generale Nathan Bedford Forrest (1821 - 1877) a cui venne riconosciuto il titolo di
"Grande Mago".
La confraternita aveva diversi obiettivi. Avrebbe cercato di aiutare le vedove e gli
orfani di guerra dei Confederati ma si sarebbe opposta all'estensione del diritto di voto ai neri e ad altre azioni introdotte dal governo federale volte all'attenuazione
della segregazione razziale. Non appena il controllo degli stati ex-confederati venne
lasciato dai federali, i bianchi ristabilirono il loro potere e con esso le leggi
segregazioniste. Inoltre Forrest sciolse ufficialmente la confraternita nel 1869 perché
riteneva che si fosse evoluta in una entità troppo lontana dai principi fondatori e
troppo violenta e ostile. Nel 1871 il presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant mise
quella che lui riteneva la pietra tombale sul Klan firmando il The Klan Actand
Enforcement Act. Il Klan divenne a questo punto un gruppo terroristico illegale e fu
autorizzato l'uso della forza per sopprimere le attività della confraternita. Questi sforzi
furono coronati da successo tanto che il Klan fu eliminato nello stato della Carolina
del Sud e decimato nel resto degli USA. Il documento di Grant fu dichiarato
incostituzionale nel 1882 anche se oramai poco rimaneva a quel punto del Klan.
Il secondo ku klux klan
Il secondo Ku Klux Klan, dalle caratteristiche moderne, fu creato durante la prima
guerra mondiale, quando molti bianchi poveri si convinsero che i loro problemi
economici fossero causati da neri, banchieri ebrei e da altre minoranze, come
avvenne per effetto della propaganda nella Germania nazista. Questo Klan fu
organizzato dai suoi dirigenti in maniera da ricavarne degli utili e, allo stesso tempo,
vissuto come una confraternita. Differiva dal primo Klan per composizione politica,
infatti il primo era essenzialmente formato da appartenenti al Partito Democratico e
sudisti, mentre nel secondo confluirono sia membri del Partito Democratico che
persone provenienti dai ranghi più bassi del Partito Repubblicano, inoltre ebbe una
maggiore influenza da un capo all'altro degli Stati Uniti, con un maggiore ascendente
sui politici di molti Stati. Esso collassò dopo uno scandalo che coinvolse David
Stephenson, il Grande Dragone dell'Indiana e di quattordici altri stati, che fu
condannato per il rapimento e assassinio di Madge Oberholtzer in un famoso
processo (essa fu morsa così tante volte che un uomo che l'aveva vista la descrisse
come "morsicata da un cannibale"). Il secondo Klan vide scemare la Ku Klux Klan 4
propria popolarità negli anni trenta. Fu poi sciolto nel 1944 ed il nome Ku Klux Klan
divenne così di pubblico dominio. Negli anni venti e trenta una fazione del Klan
chiamata Black Legion (Legione Nera) fu molto attiva nel Midwest degli USA. Al
posto delle classiche tuniche bianche, la Legione indossava uniformi nere, a ricordo
dei pirati e delle camice nere fasciste. La Black Legion fu la fazione più violenta e
sollecita e si fece notare per gli assassinii di comunisti e socialisti.
Ku klux klan attuali
La croce che brucia è un simbolo usato dal Klan per indurre terrore. Il bruciare la
croce è stato introdotto da William J. Simmons, il fondatore del secondo Klan, nel
1915. Dopo la seconda guerra mondiale molte organizzazioni hanno utilizzato il
nome del Ku Klux Klan per opporsi al Movimento per i diritti civili (Civil rights
movement) negli anni sessanta. Sono questi i Klan ancora attivi, sebbene la società
americana sia più aperta verso l'integrazione e i Klan sono molto più chiusi in se
stessi e frazionati. Le fazioni più grandi comprendono l'Imperial Klan of America (Klan
imperiale americano) e i Knights of the Ku Klux Klan (Cavalieri del Ku Klux Klan)
guidati dal pastore Thom Robb. Anche se oggi vengono generalmente considerate una frangia dell'estrema destra, le confraternite esistono solo come gruppi molto
isolati e dispersi che contano probabilmente non più di qualche migliaio di membri.
LA NASCITA DEL JAZZ
Il Jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo
nelle comunità afro-americane del sud degli Stati Uniti dalla conbinazione di elementi
musicali africani ed europei. Caratteristiche peculiari del genere sono l'uso intenso di
improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato e il tono maliconico dato dall'uso
delle blue note.
Nel corso di tutto il XX secolo, il jazz si è
trasformato evolvendosi in tanti sottogeneri: dal
dixieland di New Orleans, allo swing delle big
bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop
della seconda metà degli anni quaranta, al cool
jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free
jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il
funk e l'hip hop dei decenni successivi.
L'improvvisazione è la caratteristica peculiare della musica jazz che, partendo dalla
semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore
importanza.
La formazione jazzistica moderna tipica è il quartetto, composta da batteria, basso o
contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o
una tromba.
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che entrò in crisi profonda
alla fine degli anni trenta, tanto che oggi le orchestre sono abbastanza rare.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono,
e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato,
composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta, per il
presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie
etnie musicali.
Cenni storici
La musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz" nasce quasi
certamente a New Orleans all'inizio del XX secolo. Il musicista cui è attribuito il titolo
di "padre del jazz", Buddy Bolden è attivo a New Orleans nel 1904. Nel 1906 il
pianista Jelly Roll Morton compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi
brani jazz a godere di vasta notorietà, e negli anni seguenti a New Orleans furono
attive molte formazioni jazz: tra le più importanti, quella capeggiata dal cornettista
Joe "King" Oliver. La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta,
nel 1913. Grande notorietà ebbe la Original Dixieland Jass Band (O.D.J.B.),
composta da soli bianchi e diretta dal trombettista, di origini italiane, Nick La Rocca.
Dopo il debutto a Chicago il 3 marzo 1916, il 26 febbraio 1917, la O.D.J.B. registrò
per la prima volta un brano jazz Livery Stable Blues. Per questo alla O.D.J.B. venne
attribuito il titolo di "inventori del jazz".
Tra il 1910 e il 1920, molti musicisti di New Orleans, spinti dai maggiori guadagni che
venivano offerti al Nord e dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans si
spostarono al nord e molti di essi scelsero Chicago.
Il jazz aumentava la sua popolarità, affermandosi tra l'altro come musica da ballo e
nei locali notturni. Nelle orchestre aumenta l'importanza del solista come simboleggia
l'emergere della figura di Louis Armstrong, reso famoso dalle registrazioni dei suoi
gruppi, gli Hot Five e gli Hot Seven nel 1925.
Nacquero in questo periodo molte orchestre (Big band) tra cui si ricordano quelle di
Fletcher Henderson, quella del bianco Paul Whiteman e quella del giovane Duke
Ellington. La fiorente industria dell'intrattenimento e l'abbondanza di sale da ballo
fanno di New York una delle città centrali per il jazz.
A seguito della crisi di borsa dell'ottobre 1929 l'intrattenimento musicale negli Stati
Uniti d'America subì un drammatico azzeramento e i migliori musicisti iniziarono a
spostarsi in Europa; gli altri fecero fatica a sbarcare il lunario. La rinascita musicale, e
con essa totale, dell'America è legata all'intuizione di un giovane musicista di origine
ebrea, Benny Goodman. Questi mise a punto un'originale formula musicale
utilizzando un tempo costante, rendendo perciò "ballabile" il nuovo stile, e
un'accelerazione progressiva nei toni, nei timbri, nei contrappunti. La musica che ne
derivò prese il nome di "swing", come il giro di mazza del giocatore di baseball. Ogni
brano comincia con tranquillità per scatenarsi progressivamente, mantenendo però
rigorosamente lo stesso ritmo.
In questo periodo le orchestre diventarono il principale veicolo di diffusione del jazz e
New York assurse ad un ruolo di preminenza sulla scena jazzistica.
La segregazione razziale, che era stata fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz
così come nei locali, iniziò in quegli anni a perdere un po' della sua compattezza,
grazie anche al coraggioso esempio di direttori d'orchestra come Goodman e Shaw
che portarono in tourneè gli artisti afroamericani Roy Eldridge e Billie Holiday.
Le mutate condizioni economiche costrinsero alla chiusura la maggior parte delle
grandi orchestre.
> Work song
Work Song è uno standard jazz composto da Nat Adderley negli anni 60 e reso
famoso dai gruppi dove egli militò assieme al fratello Julian (Cannonball).
« È impossibile prevedere cosa succederà a un brano musicale. Prendi mio fratello:
Nat scrisse un pezzo 7 o 8 anni fa. Non lo ritenevamo un brano importante: facemmo
un paio di registrazioni, e Nat ne fece una su un album per la Riverside, intitolato
Work Song. Poi la facemmo su un album nostro, quello che ho fatto subito dopo, che
si chiamava Them Dirty Blues. Fu registrata anche da altri musicisti, Oscar Brown ci
mise le parole e la fecero un sacco di cantanti, poi Herb Alpert decise di farla coi
Tijuana Brass e divenne un grande successo. La suoniamo ancora...l'abbiamo
sempre suonata perché ci piace. Ma chi sa qual è la ragione del suo successo? »
(Cannoball Adderley, intervista al "Chicago SEED", Novembre 1968)
4.3 Analisi melodica e armonica
Work Song non è un blues classico, né per quanto riguarda la lunghezza (16 battute
invece delle 12 tradizionali, da cui long meter), né per quanto riguarda la
progressione armonica dove manca (almeno fino alla sezione C) la normale
alternanza tra I e IV grado della tonalità
principale. Questo per quanto riguarda il dato puramente tecnico. Molte altre sono le
caratterisitche che collocano questo brano tra i brani tipicamente blues. Intanto la
costruzione call and response, che nelle orchestrazioni tipiche (solista + tutti) viene
sottolineata con accenti dei tutti sul quarto e primo tempo delle misure 2 e 3 e
seguenti ad imitazione del suono dei martelli dei forzati e l'esplicito richiamo ai canti
di lavoro che vengono indicati come una delle origini del blues (e qui il riferimento è
alle chain gang songs). Poi la tipica sensazione maggiore su minore che qui viene
accentuata utilizzando la tonalità minore (Fa-7) come pedale, mentre la risoluzione
sulla quinta è fatta sulla tonalità maggiore di dominante (Do7), essenzialmente
mescolando il giro del blues minore a quello del blues maggiore. Fatta salva la
sostituzione del I grado minore al maggiore e osservando la progressione del brano,
si può vedere Work Song come la concatenazione di due giri di blues primitivo
abbreviati omettendo le battute 5-8, ma variando il turnaround del secondo giro
inserendo un richiamo al IV grado (Bb7 nella misura 13). La ricorrenza costante delle
settime minori è un'ulteriore caratteristica Blues, come pure l'uso di blue notes.
> Ballata
La ballata è una forma di poesia chiamata anche canzone a ballo perché destinata al canto e alla danza, è un componimento che si trova in tutte le letterature di lingua romanza e ha una particolare struttura. Inoltre era particolarmente caratteristica della poesia popolare Britannica e Irlandese dal periodo del Tardo Medioevo fino al 1800; usata ampiamente in Europa e più tardi in America, Australia e in Nord Africa. Questo tipo di poesia fu spesso utilizzata dai poeti e dai compositori a partire dal 1700 per produrre ballate liriche.
> Spiritual
Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonica e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice il nome stesso, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I termini nero spiritual, black spiritual, e afro-american spiritual sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi). Qualche musicologo invece li chiama canti folk degli afroamericani.
Gli spiritual sono le primarie espressioni di credo religioso, iniziate dagli schiavi africani negli stati uniti. La schiavitù è stata introdotta nelle colonie europee nel 1619, e gli schiavi rimpiazzavano i dipendenti salariati come una forza economica di lavoro in tutto il XVII secolo. Questa forza lavoro rimarrà in uso per tutto il XVIII secolo e buona parte del XIX secolo. Durante la schiavitù negli Stati Uniti ci sono stati numerosi tentativi di de-africanizzare la forza lavoro nera in schiavitù. Agli schiavi era proibito parlare nella loro lingua madre, suonare le percussioni, praticare i loro riti religiosi animisti e musulmani.
Le tracce dell'Africa si rivelano nelle tradizioni orali e musicali, nello stile e nella cadenza delle dizioni liturgiche, nelle domande e nelle risposte dei sermoni, nell'uso delle sincopi nelle espressioni musicali e dello schema ritmico ed armonico tipico della "blue note" dei cantanti neri, derivata dai rituali tribali africani, negli stili di danza talvolta esuberanti, ma sempre personali e democratici, espressione genuina e personale di se stessi, nella 'possessione' del parlare 'in lingua', nel battesimo in immersione completa. Rispetto allo stile dei bianchi, l'espressione religiosa cristiana della comunità africana è spesso allegra, rumorosa, spontanea.
Siccome non potevano esprimersi liberamente in modi che non fossero spirituali, gli schiavi spesso tennero segreti riti religiosi. Anche se gli schiavisti sfruttavano il cristianesimo per insegnare agli schiavi a sopportare meglio le sofferenze, dimenticare e obbedire agli ordini, diventò una sorta di teologia liberatoria. La storia di Mosè e l'esodo dei 'bimbi d'Israele' e l'idea dell'antico testamento di un dio guerriero che distruggesse i nemici dei suoi prescelti toccò molto l'animo degli schiavi ("Lui è un'ascia da battaglia in tempo di guerra e pastore in tempo di bufera"). Nei cuori dei neri la teologia cristiana diventa uno strumento di liberazione.
Gli Spirituals erano visti qualche volta come un sollievo dalle fatiche del lavoro giornaliero, erano espressione di spiritualità e devozione, ma permettevano allo stesso tempo agli schiavi di gridare al mondo il proprio desiderio di libertà.
Nelle canzoni, i testi riguardanti l'Esodo erano una metafora della libertà dalla schiavitù.
> Gospel
Il termine musica Gospel può riferirsi sia (strettamente) alla musica religiosa che emerse nelle chiese afroamericane negli anni 30 sia alla musica religiosa composta e suonata da artisti, di qualunque etnia del sud degli States.
La separazione tra i due stili, infatti, non fu mai assoluta: entrambi nascono dalla tradizione degli inni metodisti.
Tuttavia, anche se alcuni brani di una scuola sono mutuati dall'altra, la netta divisione tra America nera e America bianca e tra chiesa nera e chiesa bianca, tenne le due correnti divise. Anche se queste divisioni si sono leggermente allentate nei precedenti 50 anni, le due tradizioni restano tuttora distinte.
In entrambe le tradizioni alcuni artisti, come Mahalia Jackson, si limitano ad apparire in contesti puramente religiosi (Gospel in inglese significa Vangelo), mentre altri, come il Golden Gate Quartet o Clara Ward, cantano anche nei night club.
La maggior parte degli artisti, come i Jordanaires, Al Green e Solomon Burke tende a suonare in entrambi i contesti. È frequente che includano un pezzo religioso in una performance secolare, sebbene non succeda quasi mai il contrario.
> Blues
Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.
Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e all'infelicità.
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