giovedì 20 dicembre 2012

MICROSOFT OFFICE EXCEL - Modulo 4


IMMAGINE AL MOMENTO NON DISPONIBILE.



Microsoft Excel è un programma prodotto da Microsoft, dedicato alla produzione ed alla gestione dei fogli elettronici. È parte della suite di software di produttività personale Microsoft Office, ed è disponibile per i sistemi operativi Windows e Macintosh. È attualmente il foglio elettronico più utilizzato.

L'estensione .xls, per le versioni dalla 97 alla 2003, e .xlsx, dalla versione 2007, identifica la maggior parte dei fogli di calcolo (in inglese spreadsheet) o cartella di lavoro creati con Excel (il tipo MIME dei file identificati da questa estensione è tipicamente application/vnd.ms-excel). Excel tuttavia può importare ed esportare dati in altri formati, ad esempio il formato .csv.



PER ALTRI VIDEO TUTORIAL SU EXCEL BASTA ANDARE SUL CANALE DELLA PERSONA CHE HA FATTO TUTTI QUESTI. :)


venerdì 14 dicembre 2012

MY BLOG

Hi! i'm Fabio.
I'm 13 years old and i'm from Amandola in Italy.
And my personality? Well, i'm friendly,and outgoing.
My favourite hobby is the football.
On my blog i'm going to write everything.
I want to be a football player. I think iy's a great job!

martedì 13 novembre 2012

Pre-Jazz

Molti sono gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti, canto blues degli afroamericani, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, musica europea per banda militare e perfino echi dell'opera lirica sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortunata e geniale sintesi artistica.

Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto inglesi e francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square, una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate.

Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali).

Da questo substrato musicale emerse, alla fine dell'Ottocento, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.

COME NASCE

Il commercio triangolare era un sistema di commercio sviluppatosi sulle acque
dell'Oceano Atlantico tra l’Europa, l’Africa e l’America tra il XVI e il XVII secolo.
Consisteva in un continuo scambio di merci tra i tre continenti.
L’Europa, le cui navi partivano da Londra e Amsterdam, scambiava merci quali lana,
oggetti in cuoio e in vetro, rum e perline, lingotti di ferro, fucili e polvere da sparo; tutti
prodotti unicamente per lo scambio con l’Africa.
L’Africa, il cui porto di sbarco era il Golfo di Guinea, barattava i prodotti europei con
gli schiavi (catturati nelle zone dell’attuale Senegal, Gambia, Guinea, Sierra Leone,
Benin), e quando non bastavano, aggiungevano l’avorio, la gomma e legni preziosi.
Dall’Africa gli schiavi venivano portati in America, nelle Antille, per svolgere lavori
forzati; come la lavorazione nelle piantagioni di cotone, che in seguito veniva portato
in Europa. L’America in cambio degli schiavi donava zucchero, caffè, tabacco,
cotone, cacao, riso, pellicce e coloranti naturali, che tornava nei porti Europei.
La durata media di questo circuito era di 18 mesi.

Né in America settentrionale, né in America meridionale fu possibile sfruttare la mano
d'opera locale durante il periodo del colonialismo europeo.
Gli indios sudamericani non avevano i requisiti fisici necessari per svolgere i lavori
più pesanti e non avevano resistito alle epidemie di vaiolo introdotte dagli spagnoli.
I neri d'Africa, per loro natura più resistenti, costituivano da questo punto di vista
un'alternativa. Venivano catturati sul posto e acquistati da mercanti (i Negrieri)
generalmente di origine araba. Venduti agli europei, gli schiavi venivano stipati nelle
navi negriere che venivano riempite all’inverosimile.

Qui venivano incatenati, senza indumenti; rimanevano nelle stive per la maggior
parte del viaggio, molti non sopravvivevano e alcuni venivano uccisi perché le misere
razioni di cibo non erano sufficienti.
Dopo un viaggio che andava dalle 4 alle 8 settimane, arrivati in America, venivano cosparsi d’olio, separati da amici e familiari e venduti singolarmente all’asta al miglior
offerente. Il loro destino era lavorare duramente nelle piantagioni e subire
maltrattamenti crudeli. I tentativi di fuga erano puniti con la fustigazione, spesso fino
alla morte.

Nell'America coloniale, ancor prima che la schiavitù divenisse completamente basata
su basi razziali, gli schiavi neri erano usati a fianco degli schiavi bianchi. Quest’ultimi
erano schiavi per propria scelta ed erano vincolati alla condizione servile da un
contratto, con scadenza determinata, che gli permetteva di pagare le spese di
viaggio sostenute per arrivare in America. Alla scadenza di tali contratti i bianchi che
erano sopravvissuti recuperavano la libertà (ciò non era previsto per i neri).
A seguito di una serie di rivolte che coinvolsero questo tipo di coloni, però, negli Usa
si arrivò a fare a meno degli schiavi bianchi già nel XVIII secolo, riservando la
schiavitù ai neri africani, che non potevano contare, a differenza dei bianchi, sulla
solidarietà dei componenti liberi della società bianca dominante. In questo modo,
"razza" e condizione sociale vennero a coincidere negli Usa, in modo tale che ancor
oggi negli Stati Uniti è difficile separare i due concetti.

(KKK in acronimo) è il nome utilizzato da numerose organizzazioni statunitensi, di
stampo spesso terroristico, che propugnano la superiorità della razza bianca.
Storicamente si distinguono tre fasi del movimento: una prima dal 1865 al 1874 come
confraternita di ex militari dell'esercito degli Stati Confederati d'America, una seconda
dal 1915 al 1944, in cui il movimento ha assunto la fisionomia che oggi consideriamo
tipica, ed una terza dal secondo dopoguerra ad oggi, caratterizzato dalla grande
frammentazione del movimento in una miriade di piccole organizzazioni fra loro
ufficialmente scollegate che utilizzano il nome KKK o sue varianti. Il nome Ku Klux Klan.

Tre membri del Ku Klux Klan catturati a Tishamingo nello stato del Mississippi
(Settembre 1871). Il Ku Klux Klan originale fu creato a Pulaski nel Tennessee negli
USA dopo la guerra di secessione americana il 24 dicembre 1865 da reduci
dell'esercito della Confederazione. Esso crebbe di importanza dopo una convention
tenuta a Nashville nell'estate del 1867. Questa convention venne presieduta dal
generale Nathan Bedford Forrest (1821 - 1877) a cui venne riconosciuto il titolo di
"Grande Mago".
La confraternita aveva diversi obiettivi. Avrebbe cercato di aiutare le vedove e gli
orfani di guerra dei Confederati ma si sarebbe opposta all'estensione del diritto di voto ai neri e ad altre azioni introdotte dal governo federale volte all'attenuazione
della segregazione razziale. Non appena il controllo degli stati ex-confederati venne
lasciato dai federali, i bianchi ristabilirono il loro potere e con esso le leggi
segregazioniste. Inoltre Forrest sciolse ufficialmente la confraternita nel 1869 perché
riteneva che si fosse evoluta in una entità troppo lontana dai principi fondatori e
troppo violenta e ostile. Nel 1871 il presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant mise
quella che lui riteneva la pietra tombale sul Klan firmando il The Klan Actand
Enforcement Act. Il Klan divenne a questo punto un gruppo terroristico illegale e fu
autorizzato l'uso della forza per sopprimere le attività della confraternita. Questi sforzi
furono coronati da successo tanto che il Klan fu eliminato nello stato della Carolina
del Sud e decimato nel resto degli USA. Il documento di Grant fu dichiarato
incostituzionale nel 1882 anche se oramai poco rimaneva a quel punto del Klan.

Il secondo ku klux klan
Il secondo Ku Klux Klan, dalle caratteristiche moderne, fu creato durante la prima
guerra mondiale, quando molti bianchi poveri si convinsero che i loro problemi
economici fossero causati da neri, banchieri ebrei e da altre minoranze, come
avvenne per effetto della propaganda nella Germania nazista. Questo Klan fu
organizzato dai suoi dirigenti in maniera da ricavarne degli utili e, allo stesso tempo,
vissuto come una confraternita. Differiva dal primo Klan per composizione politica,
infatti il primo era essenzialmente formato da appartenenti al Partito Democratico e
sudisti, mentre nel secondo confluirono sia membri del Partito Democratico che
persone provenienti dai ranghi più bassi del Partito Repubblicano, inoltre ebbe una
maggiore influenza da un capo all'altro degli Stati Uniti, con un maggiore ascendente
sui politici di molti Stati. Esso collassò dopo uno scandalo che coinvolse David
Stephenson, il Grande Dragone dell'Indiana e di quattordici altri stati, che fu
condannato per il rapimento e assassinio di Madge Oberholtzer in un famoso
processo (essa fu morsa così tante volte che un uomo che l'aveva vista la descrisse
come "morsicata da un cannibale"). Il secondo Klan vide scemare la Ku Klux Klan 4
propria popolarità negli anni trenta. Fu poi sciolto nel 1944 ed il nome Ku Klux Klan
divenne così di pubblico dominio. Negli anni venti e trenta una fazione del Klan
chiamata Black Legion (Legione Nera) fu molto attiva nel Midwest degli USA. Al
posto delle classiche tuniche bianche, la Legione indossava uniformi nere, a ricordo
dei pirati e delle camice nere fasciste. La Black Legion fu la fazione più violenta e
sollecita e si fece notare per gli assassinii di comunisti e socialisti.

Ku klux klan attuali
La croce che brucia è un simbolo usato dal Klan per indurre terrore. Il bruciare la
croce è stato introdotto da William J. Simmons, il fondatore del secondo Klan, nel
1915. Dopo la seconda guerra mondiale molte organizzazioni hanno utilizzato il
nome del Ku Klux Klan per opporsi al Movimento per i diritti civili (Civil rights
movement) negli anni sessanta. Sono questi i Klan ancora attivi, sebbene la società
americana sia più aperta verso l'integrazione e i Klan sono molto più chiusi in se
stessi e frazionati. Le fazioni più grandi comprendono l'Imperial Klan of America (Klan
imperiale americano) e i Knights of the Ku Klux Klan (Cavalieri del Ku Klux Klan)
guidati dal pastore Thom Robb. Anche se oggi vengono generalmente considerate una frangia dell'estrema destra, le confraternite esistono solo come gruppi molto
isolati e dispersi che contano probabilmente non più di qualche migliaio di membri.

LA NASCITA DEL JAZZ
Il Jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo
nelle comunità afro-americane del sud degli Stati Uniti dalla conbinazione di elementi
musicali africani ed europei. Caratteristiche peculiari del genere sono l'uso intenso di
improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato e il tono maliconico dato dall'uso
delle blue note.
Nel corso di tutto il XX secolo, il jazz si è
trasformato evolvendosi in tanti sottogeneri: dal
dixieland di New Orleans, allo swing delle big
bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop
della seconda metà degli anni quaranta, al cool
jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free
jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il
funk e l'hip hop dei decenni successivi.
L'improvvisazione è la caratteristica peculiare della musica jazz che, partendo dalla
semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore
importanza.
La formazione jazzistica moderna tipica è il quartetto, composta da batteria, basso o
contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o
una tromba.
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che entrò in crisi profonda
alla fine degli anni trenta, tanto che oggi le orchestre sono abbastanza rare.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono,
e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato,
composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta, per il
presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie
etnie musicali.

Cenni storici
La musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz" nasce quasi
certamente a New Orleans all'inizio del XX secolo. Il musicista cui è attribuito il titolo
di "padre del jazz", Buddy Bolden è attivo a New Orleans nel 1904. Nel 1906 il
pianista Jelly Roll Morton compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi
brani jazz a godere di vasta notorietà, e negli anni seguenti a New Orleans furono
attive molte formazioni jazz: tra le più importanti, quella capeggiata dal cornettista
Joe "King" Oliver. La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta,
nel 1913. Grande notorietà ebbe la Original Dixieland Jass Band (O.D.J.B.),
composta da soli bianchi e diretta dal trombettista, di origini italiane, Nick La Rocca.
Dopo il debutto a Chicago il 3 marzo 1916, il 26 febbraio 1917, la O.D.J.B. registrò
per la prima volta un brano jazz Livery Stable Blues. Per questo alla O.D.J.B. venne
attribuito il titolo di "inventori del jazz".
Tra il 1910 e il 1920, molti musicisti di New Orleans, spinti dai maggiori guadagni che
venivano offerti al Nord e dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans si
spostarono al nord e molti di essi scelsero Chicago.
Il jazz aumentava la sua popolarità, affermandosi tra l'altro come musica da ballo e
nei locali notturni. Nelle orchestre aumenta l'importanza del solista come simboleggia
l'emergere della figura di Louis Armstrong, reso famoso dalle registrazioni dei suoi
gruppi, gli Hot Five e gli Hot Seven nel 1925.
Nacquero in questo periodo molte orchestre (Big band) tra cui si ricordano quelle di
Fletcher Henderson, quella del bianco Paul Whiteman e quella del giovane Duke
Ellington. La fiorente industria dell'intrattenimento e l'abbondanza di sale da ballo
fanno di New York una delle città centrali per il jazz.
A seguito della crisi di borsa dell'ottobre 1929 l'intrattenimento musicale negli Stati
Uniti d'America subì un drammatico azzeramento e i migliori musicisti iniziarono a
spostarsi in Europa; gli altri fecero fatica a sbarcare il lunario. La rinascita musicale, e
con essa totale, dell'America è legata all'intuizione di un giovane musicista di origine
ebrea, Benny Goodman. Questi mise a punto un'originale formula musicale
utilizzando un tempo costante, rendendo perciò "ballabile" il nuovo stile, e
un'accelerazione progressiva nei toni, nei timbri, nei contrappunti. La musica che ne
derivò prese il nome di "swing", come il giro di mazza del giocatore di baseball. Ogni
brano comincia con tranquillità per scatenarsi progressivamente, mantenendo però
rigorosamente lo stesso ritmo.
In questo periodo le orchestre diventarono il principale veicolo di diffusione del jazz e
New York assurse ad un ruolo di preminenza sulla scena jazzistica.
La segregazione razziale, che era stata fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz
così come nei locali, iniziò in quegli anni a perdere un po' della sua compattezza,
grazie anche al coraggioso esempio di direttori d'orchestra come Goodman e Shaw
che portarono in tourneè gli artisti afroamericani Roy Eldridge e Billie Holiday.
Le mutate condizioni economiche costrinsero alla chiusura la maggior parte delle
grandi orchestre.

> Work song

Work Song è uno standard jazz composto da Nat Adderley negli anni 60 e reso
famoso dai gruppi dove egli militò assieme al fratello Julian (Cannonball).
« È impossibile prevedere cosa succederà a un brano musicale. Prendi mio fratello:
Nat scrisse un pezzo 7 o 8 anni fa. Non lo ritenevamo un brano importante: facemmo
un paio di registrazioni, e Nat ne fece una su un album per la Riverside, intitolato
Work Song. Poi la facemmo su un album nostro, quello che ho fatto subito dopo, che
si chiamava Them Dirty Blues. Fu registrata anche da altri musicisti, Oscar Brown ci
mise le parole e la fecero un sacco di cantanti, poi Herb Alpert decise di farla coi
Tijuana Brass e divenne un grande successo. La suoniamo ancora...l'abbiamo
sempre suonata perché ci piace. Ma chi sa qual è la ragione del suo successo? »
(Cannoball Adderley, intervista al "Chicago SEED", Novembre 1968)
4.3 Analisi melodica e armonica
Work Song non è un blues classico, né per quanto riguarda la lunghezza (16 battute
invece delle 12 tradizionali, da cui long meter), né per quanto riguarda la
progressione armonica dove manca (almeno fino alla sezione C) la normale
alternanza tra I e IV grado della tonalità
principale. Questo per quanto riguarda il dato puramente tecnico. Molte altre sono le
caratterisitche che collocano questo brano tra i brani tipicamente blues. Intanto la
costruzione call and response, che nelle orchestrazioni tipiche (solista + tutti) viene
sottolineata con accenti dei tutti sul quarto e primo tempo delle misure 2 e 3 e
seguenti ad imitazione del suono dei martelli dei forzati e l'esplicito richiamo ai canti
di lavoro che vengono indicati come una delle origini del blues (e qui il riferimento è
alle chain gang songs). Poi la tipica sensazione maggiore su minore che qui viene
accentuata utilizzando la tonalità minore (Fa-7) come pedale, mentre la risoluzione
sulla quinta è fatta sulla tonalità maggiore di dominante (Do7), essenzialmente
mescolando il giro del blues minore a quello del blues maggiore. Fatta salva la
sostituzione del I grado minore al maggiore e osservando la progressione del brano,
si può vedere Work Song come la concatenazione di due giri di blues primitivo
abbreviati omettendo le battute 5-8, ma variando il turnaround del secondo giro
inserendo un richiamo al IV grado (Bb7 nella misura 13). La ricorrenza costante delle
settime minori è un'ulteriore caratteristica Blues, come pure l'uso di blue notes.



> Ballata

La ballata è una forma di poesia chiamata anche canzone a ballo perché destinata al canto e alla danza, è un componimento che si trova in tutte le letterature di lingua romanza e ha una particolare struttura. Inoltre era particolarmente caratteristica della poesia popolare Britannica e Irlandese dal periodo del Tardo Medioevo fino al 1800; usata ampiamente in Europa e più tardi in America, Australia e in Nord Africa. Questo tipo di poesia fu spesso utilizzata dai poeti e dai compositori a partire dal 1700 per produrre ballate liriche.

> Spiritual

Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonica e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice il nome stesso, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I termini nero spiritual, black spiritual, e afro-american spiritual sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi). Qualche musicologo invece li chiama canti folk degli afroamericani. 
Gli spiritual sono le primarie espressioni di credo religioso, iniziate dagli schiavi africani negli stati uniti. La schiavitù è stata introdotta nelle colonie europee nel 1619, e gli schiavi rimpiazzavano i dipendenti salariati come una forza economica di lavoro in tutto il XVII secolo. Questa forza lavoro rimarrà in uso per tutto il XVIII secolo e buona parte del XIX secolo. Durante la schiavitù negli Stati Uniti ci sono stati numerosi tentativi di de-africanizzare la forza lavoro nera in schiavitù. Agli schiavi era proibito parlare nella loro lingua madre, suonare le percussioni, praticare i loro riti religiosi animisti e musulmani.
Le tracce dell'Africa si rivelano nelle tradizioni orali e musicali, nello stile e nella cadenza delle dizioni liturgiche, nelle domande e nelle risposte dei sermoni, nell'uso delle sincopi nelle espressioni musicali e dello schema ritmico ed armonico tipico della "blue note" dei cantanti neri, derivata dai rituali tribali africani, negli stili di danza talvolta esuberanti, ma sempre personali e democratici, espressione genuina e personale di se stessi, nella 'possessione' del parlare 'in lingua', nel battesimo in immersione completa. Rispetto allo stile dei bianchi, l'espressione religiosa cristiana della comunità africana è spesso allegra, rumorosa, spontanea.
Siccome non potevano esprimersi liberamente in modi che non fossero spirituali, gli schiavi spesso tennero segreti riti religiosi. Anche se gli schiavisti sfruttavano il cristianesimo per insegnare agli schiavi a sopportare meglio le sofferenze, dimenticare e obbedire agli ordini, diventò una sorta di teologia liberatoria. La storia di Mosè e l'esodo dei 'bimbi d'Israele' e l'idea dell'antico testamento di un dio guerriero che distruggesse i nemici dei suoi prescelti toccò molto l'animo degli schiavi ("Lui è un'ascia da battaglia in tempo di guerra e pastore in tempo di bufera"). Nei cuori dei neri la teologia cristiana diventa uno strumento di liberazione.
Gli Spirituals erano visti qualche volta come un sollievo dalle fatiche del lavoro giornaliero, erano espressione di spiritualità e devozione, ma permettevano allo stesso tempo agli schiavi di gridare al mondo il proprio desiderio di libertà.
Nelle canzoni, i testi riguardanti l'Esodo erano una metafora della libertà dalla schiavitù. 




> Gospel


Il termine musica Gospel può riferirsi sia (strettamente) alla musica religiosa che emerse nelle chiese afroamericane negli anni 30 sia alla musica religiosa composta e suonata da artisti, di qualunque etnia del sud degli States.
La separazione tra i due stili, infatti, non fu mai assoluta: entrambi nascono dalla tradizione degli inni metodisti.
Tuttavia, anche se alcuni brani di una scuola sono mutuati dall'altra, la netta divisione tra America nera e America bianca e tra chiesa nera e chiesa bianca, tenne le due correnti divise. Anche se queste divisioni si sono leggermente allentate nei precedenti 50 anni, le due tradizioni restano tuttora distinte.
In entrambe le tradizioni alcuni artisti, come Mahalia Jackson, si limitano ad apparire in contesti puramente religiosi (Gospel in inglese significa Vangelo), mentre altri, come il Golden Gate Quartet o Clara Ward, cantano anche nei night club.
La maggior parte degli artisti, come i Jordanaires, Al Green e Solomon Burke tende a suonare in entrambi i contesti. È frequente che includano un pezzo religioso in una performance secolare, sebbene non succeda quasi mai il contrario.




> Blues

Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.

Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.

Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.

Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.

La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.

Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e all'infelicità.



giovedì 25 ottobre 2012

Excel - Modulo 4

Il foglio di elettronico permette di manipolare in modo rapido dei dati; questo è possibile grazie ad alcune
caratteristiche di Excel quali:

  • l’immissione di semplici formule nei fogli di lavoro ed impostare l’aggiornamento automatico dei risultati;
  • la creazione di elenchi per ordinare e filtrare i dati;
  • l’utilizzo di funzioni per realizzare infinite applicazioni (analisi statistiche);
  • la creazione di grafici per la sintesi dei dati in modo da rappresentare un confronto, o una tendenza, a colpo d’occhio;
  • le creazioni di rapporti di tabella pivot per un'analisi interattiva dei dati, e dove è possibile modificarne le visualizzazioni, mostrare livelli diversi di dettaglio o riorganizzare il layout del grafico trascinando i campi e visualizzando o nascondendo gli elementi nei campi.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI SU COME UTILIZZARE EXCEL VAI QUI

coming soon...

martedì 23 ottobre 2012

Le scuole nazionali

L'elemento popolare così caro al Romanticismo percorre gran parte della musica dell'800 ed emerge nei lieder (canzoni di origine popolare) di Schubert e Schumann, nelle mazurke di Chopin, nelle rapsodie di Liszt e di Brahms, ma si afferma prepotentemente, a partire dalla seconda metà del secolo, nelle scuole nazionali.
Nei paesi oppressi dalle dominazioni straniere, il desiderio di indipendenza e di libertà di esprime anche nel linguaggio musicale, che va alla riscoperta delle proprie tradizioni di musica popolare e mette a punto un nuovo repertorio nazionale basato su di esse.


Le “Scuole nazionali”
Nella seconda metà dell’Ottocento abbiamo il fiorire delle cosiddette “Scuole nazionali” , frutto di
esigenze diversificate, anche se riconducibili in vario modo sia alla ricerca delle matrici etniche di
vari popoli europei che all’esigenza di una rivincita sull’egemonia musicale tedesca, affermatasi
alla fine del Settecento con la cosiddetta “triade classica” viennese e confermatasi incontrastata col
Romanticismo: in alcuni paesi, come la Russia, troviamo anche una forte motivazione al riscatto
sociale, in altri, come la Boemia e l’Ungheria, troviamo una concreta aspirazione all’indipendenza
politica dall’impero austro-ungarico; in altri ancora, come i paesi nordici, si evidenzia una ricerca
del  colore  ambientale.  Da  una  tale  ricerca  scaturisce  una  musica  che  contiene  elementi  di
ispirazione popolare, ma “colta” a tutti gli effetti: non si tratta assolutamente di musica popolare.
Russia
La  nascita  della  cosiddetta  “scuola  nazionale  russa”  coincide  con  il  tardivo  risveglio  di  una
coscienza nazionale a lungo sopita, nelle classi più elevate, a seguito di un secolare vassallaggio
culturale francese. Se la letteratura russa vanta scrittori come Turgenev, Dostoevskij, Tolstoj, la
musica   si  avvale  di  compositori  come  Michail  Glinka  (1804-  1857)  padre  del  melodramma
nazionale russo, con l’opera “Una vita per lo zar”; protagonista è il popolo, rappresentato dalla
massa corale.
Il Gruppo dei Cinque: Nikolaj Rimskij Korsakov e Modesto Musorgskij
Il Gruppo dei Cinque fu fondato a Pietroburgo nel 1856 da Balakirev e da Cui; questi musicisti, a
cui si unirono Musorgskij nel 1857, R. K. nel 1861 e Borodin nel 1862, si impegnarono a creare,
sull’esempio di Glinka, le basi di una musica nazionale russa libera dalle forme accademiche ed
ispirata  al  folklore  ed  al  canto  liturgico  russo. All’interno  del  gruppo, che fu affiancato  dal
compositore Dargomižskij e dal critico Stasov,  R. K. ebbe la duplice funzione di compositore
autonomo nell’elaborare una personale visione del nazionalismo russo nel teatro musicale, e di
custode ed organizzatore della disordinata attività musicale di Musorgskij e Borodin. In effetti il
Gruppo dei Cinque, nonostante gli sforzi di Balakirev e di Stasov per definire un ideale nazionale,
non era particolarmente coeso, ma al suo interno si delineavano delle personalità e dei percorsi
artistici differenziati: Borodin seguì in modo molto moderato i principi antioccidentali di Balakirev
e compose musiche cameristiche legate allo stile occidentale classico- romantico; la sua opera
principale, Il principe Igor, alla quale lavorò per 17 anni, rimase incompiuta e fu completata da R.
K.; Musorgskij fu fedele allo sperimentalismo antioccidentale, che approfondì in campo teatrale
con le opere Il Matrimonio e soprattutto Boris Godunov, ispirato all’omonimo dramma di Puskin, e
Kovancina. Dopo la sua morte prematura R. K. revisionò e ripropose una propria ristrumentazione
delle  ultime  due opere  citate,  per renderle  più  fruibili   al  pubblico,  eliminando  dissonanze  e
raddolcendo armonie troppo crude, da lui interpretate come deficienze tecniche e successivamente
rivalutate come anticipatrici del linguaggio musicale novecentesco.  R. K. ebbe il grande merito di
aver contribuito alla diffusione  in patria ed all’estero, soprattutto in Francia, delle due opere, grazie
anche alla sontuosità dell’orchestrazione,  che le avvicinava  allo spirito del grand-opéra, allora
dominante anche in Russia. Nell’attività di revisore di  R. K. sono evidenti le sue convinzioni
riguardo alla necessità di una preparazione musicale più solida di quella che gli era stata fornita in
gioventù e che era stata alimentata dai consigli abbastanza liberi e spregiudicati di Balakirev,
propugnatore  di  una  sorta  di  dilettantismo  musicale  non  condizionato  dall’accademismo
occidentale:  Balakirev  definiva  Bach  una  macchina  per  comporre,  mentre  R.  K. maturò  la
convinzione che il contrappunto fosse il linguaggio poetico di questo geniale musicista e che tutta la
musica contemporanea gli fosse debitrice. L’amore per il bel suono e per la perfezione in senso
classico erano estranei allo stile di Musorgskij ma non a quello di R. K., che si avvalse della guida
di  Čajkovskij  e  dei  principali  trattati  di  armonia  occidentali,  approfondendo  la  tecnica  degli
strumenti a fiato e ricavando una abilità di strumentazione sbalorditiva. In tal modo egli divenne,
per  un  verso,  una  sorta  di  consulente  tecnico  del  Gruppo  dei  Cinque,  per  un  altro  verso  fu
l’intermediario fra le tendenze nazionalistiche del gruppo e le influenze occidentali. Nominato, nel
1871, direttore del Conservatorio di Pietroburgo e, nel 1874, direttore della Scuola libera di musica
fondata  da  Balakirev,  proseguì  nell’apertura  verso  la  musica  occidentale  introducendola  nelle
stagioni concertistiche della scuola stessa, denominate “concerti russi”, che portò anche a Parigi. In
tal modo egli fu il tramite culturale fra i due mondi occidentale e russo e le relative musiche.
In questa sua posizione  intermedia egli costituisce un anello  insostituibile di quel rapporto di
influssi reciproci che legò l’impressionismo francese e la nascente scuola russa; questo rapporto
culminerà,  ai  primi  del  Novecento,  nell’eclettismo  di  Stravinskij,  che  fu  suo  allievo  per  la
strumentazione.
La tecnica orchestrale di R. K., a differenza di quella wagneriana, che somma i timbri orchestrali e
li subordina alla linea  melodica,  dando ad essa minore  o maggiore  volume,  preferisce  invece
frazionare la massa strumentale in timbri singoli puri, esaltandoli anziché confonderli nell’impasto
orchestrale, creando suggestioni di tipo impressionista ed anticipando in questo senso Debussy.
Sono mirabili esempi di questa tecnica la Suite sinfonica  Shéhérazade, ispirata alle  Mille e una
notte,( v. la Guida all’ascolto) e l’Ouverture della  Grande Pasqua russa, composte entrambe nel
1888.
Nota:  in  occasione  del centenario  della  morte  di  Rimskij-Korsakov abbiamo  avuto  modo  di
assistere a Cagliari alla rappresentazione dell’opera:  La leggenda della città invisibile di Kitež e
della vergine Fevronia. Insieme a  Il gallo d’oro, è la più famosa opera di R. K., rappresentata per
la prima volta a Pietroburgo il 20 Febbraio 1907. La sua musica è basata su ritmi e melodie attinti al
canto popolare russo e soprattutto sulla monodia liturgica ortodossa, elaborati in una sontuosa
cornice orchestrale che esalta con forti suggestioni il tono mistico della leggenda popolare. L’opera
attinge i suoi temi dalla ricca messe di fiabe russe, il cui clima favoloso si intreccia con gli elementi
realistici derivanti dalla tradizione letteraria (come nelle precedenti La fanciulla di neve,  del 1882,
Sadko, del 1898).
Nota 2:  Tra le opere non teatrali di  Musorsgkij ricordiamo il poema sinfonico “Una notte sul
Monte Calvo” e, soprattutto, la Suite pianistica “I quadri da un’esposizione”, famosa anche nella
trascrizione orchestrale realizzata, nel ‘900, da Maurice Ravel.
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Un  discorso  a  parte  merita  Pëtr  Il’ič  Čajkovskij   (1840-  1893),  compositore  tipicamente
tardoromantico di ispirazione europea, vicino sia all’anima russa che alla cultura e alla musica
occidentale, amante di Mozart come di Glinka, docente al Conservatorio di Mosca, artista e uomo in
perenne conflitto fra il desiderio di una vita normale (che tentò di realizzare nel matrimonio) e la
tendenza all’omosessualità, morto non si sa ancora se di colera o per volontà suicida.
Eleganza e forte espressività caratterizzano tutte le sue opere: ricordiamo le Sinfonie, specie la
Quarta, la Quinta e la Sesta “Patetica”, di tipo programmatico; le opere sinfoniche di ispirazione
letteraria, fra cui l’Ouverture su “Romeo e Giulietta”; i celeberrimi balletti, fra cui “Il lago dei
cigni”,  “La bella addormentata”, “ Lo schiaccianoci”; fra le opere teatrali, “Eugenio Onegin” e
“La dama di picche”.
Di C. ascoltiamo il celebre Concerto per pianoforte e orchestra n.1, soprannominato “Varsavia”.


Fonte: magistralinuoro.it

giovedì 27 settembre 2012

Musica colta

La musica colta è il termine con cui ci si riferisce alla musica legata alla cultura alta, ovvero quelle tradizioni musicali che implicano avanzate considerazioni strutturali e teoriche e una tradizione musicale scritta, nonostante tali caratteristiche siano ben presenti in molti altri generi musicali nati nel XX secolo e considerati come "contrapposizione" ad essa.
Benché sia spesso identificata con la musica classica, la musica colta è in realtà quindi un genere più ampio, all'interno del quale comunque la musica classica occupa una posizione determinante. In generale, possiamo identificare i seguenti sottogeneri di musica colta:

  1. la musica sacra;
  2. la musica classica (ci si riferisce con questo termine alla musica prodotta essenzialmente in Europa a partire dall'undicesimo secolo fino ai primi del Novecento);
  3. la musica moderna, dei primi anni del Novecento (dodecafonia, neoclassicismo, impressionismo musicale);
  4. la musica contemporanea, composta a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Il Romanticismo

Con il termine “romanticismo” si identifica, genericamente, il movimento artistico che sorse in Europa alla fine del XVIII sec. e che perdurò per tutto il XIX.
Ad usare per la prima volta il termine di “romanticismo” furono alcuni letterati aderenti al cosiddetto “gruppo di Jena”, tra i quali ricordiamo i fratelli Schlegel, Fiche e Novalis, dettando le linee guida per il fiorire di questo nuovo movimento.
I caratteri essenziali del romanticismo, che fu dapprima un movimento prevalentemente letterario e pittorico, e solo in seguito anche musicale, furono il rifiuto delle idee illuministiche che avevano dominato il secolo precedente. Non più raziocinante ragione, dunque, ma espressione dell’io interiore, quindi cuore, anima, e passione. L’estetica del romanticismo venne ben sintetizzata nella famoso nome della corrente letteraria tedesca dello “sturm und drang”, ossia “tempesta e assalto”.
Ciò indicava come i moti dell’anima, i dubbi, le paure, le angosce interiori e i tormenti erano gli elementi dominanti che si incarnavano nelle sensibilità degli artisti. In campo letterario, ad esempio, tutte queste emozioni presero sempre più corpo e diventarono parte fondamentale del carattere dei personaggi, dei quali venivano narrate le vicende.
Rimanendo sul genere letterario, che come detto, aprì la strada al movimento romantico, troviamo un altro carattere costituente, ossia l’amore per la storia. Ciò fu evidente nelle opere di W.Scott, irlandese vissuto a cavallo tra gli ultimi decenni del ‘700 ed i primi dell’800, che inventò il genere del romanzo storico, poi seguito, tra gli altri, dal nostro A.Manzoni con l’opera “I Promessi Sposi”.

La produzione sinfonica ottocentesca risentì delle linee guida già tracciate da Beethoven, in particolare riguardo la tendenza ad una diminuzione quantitativa delle opere a tutto beneficio della qualità e del significato delle stesse.
Il genere sinfonico visse inoltre, almeno all’inizio, all’ombra delle alte vette artistiche raggiunte da Beethoven, ritenute all’inizio insuperabili.
Ciò, unito alla chiara derivazione classica della sinfonia, generò iniziale diffidenza e rifiuto verso il genere strumentale sinfonico (Schubert, Schumann, Brahms, Mendelssohn).
A poco a poco però, gli aspetti decisamente romantici iniziarono a permeare ed intaccare la forma della sinfonia con una serie di piccole modifiche, come ad esempio la graduale scomparsa delle pause tra i vari movimenti.
Altro elemento di novià, già introdotto dall’ultimo Beethoven, fu il coro e le voci soliste, che apparivano sempre più con maggiore frequenza nelle sinfonie dei maestri ottocenteschi.
Vi era infine la tendenza, forse generata dal desiderio di superare i formalismi e i traguardi del secolo precedente, ad ingrandire oltremisura sia l’organico orchestrale sia la composizione stessa, che, in alcuni casi, arrivava a durare oltre un’ora.
Parlando più in dettaglio dell’organico orchestrale, oltre alle già citate varianti e al raddoppio sistematico degli strumenti (introdotto da Beethoven), l’oOttocento segnò l’entrata in massa delle percussioni dei tipi più svariati e del Saxofono (inventato da Adolf Sax, belga).
Dal punto di vista stilistico, si identificarono due grandi filoni nella realizzazione dell’orchestrazione: il primo prevedeva lo sfruttamento completo della sempre più imponente orchestra romantica, del quale furono grandi seguaci R.Wagner, G.Mahler e R.Strass; il secondo seguì invece il filone dell’impressionismo francese, con la predilezione dei timbri chiari e dei registri acuti, di cui fu sommo interprete C.Debussy.
Infine cominciò a farsi strada (anche nei concerti per strumento solista e orchestra, oltreché nella sinfonia), la ciclicità tematica, intesa come una ripresa delle idee espresse nei movimenti precedenti, a creare una consequenzialità formale che prevaricava i singoli movimenti. Procedendo su questa strada, oltreché su quella del fascino del pezzo caratteristico, breve, si affermò infatti in questo periodo il genere del “poema sinfonico”, in un unico movimento.


Gioachino Rossini

Gioachino Rossini (1792-1868) nacque a Pesaro da Giuseppe Rossini (suonatore di tromba) e Anna Guidarini (cantante soprano).
Abbandonati gli studi musicali a 18 anni, esordì come operista con “La cambiale di matrimonio” a Venezia, che gli valse grande successo.
Dal 1815 al 1824 visse in Italia e compose varie opere serie (ricordiamo Tancredi, Otello, Armida, Mosè in Egitto, Maometto II, Semiramide) e buffe (l’italiana in Algeri, Il turco in Italia, Il barbiere di Siviglia, Cenerentola e La Gazza Ladra).
Dal 1824 iniziò, in seguito all’incarico ottenuto a Parigi di direttore del “Teatro Italiano”, la produzione di opere per le scene francesi, creando nuovi melodrammi o rifacendo (rivisitando) alcune opere già composte per i teatri italiani. Si ricordano, di questo periodo: Viaggio a Reims, Le siege de Corinthe (Maometto II), Moise et Pharaon ou Le passage de la Mer Rouge (Mosè in Egitto), Guglielmo Tell. Quest’ultima opera segnò il congedo del Rossini operista; dopo quest’opera infatti egli si dedicò alla produzione di altri generi di musica, componendo alcune arie e ariette da camera, alcuni pezzi per pianoforte, 6 sonate per quartetto d’archi, alcune sinfonie, oltre a cori, cantate ed inni.
Morì nel 1868 a Parigi, dopo essere rientrato in Italia (abitò lungamente a Bologna e a Firenze fino al 1855, prima di ristabilirsi in Francia) per alcuni anni.

L'Italiana in Algeri



Il Melodramma

Melodramma (dal greco μέλος = canto o musica + δρᾶμα = azione scenica) è sinonimo di opera.
Il termine è talvolta utilizzato anche per indicare il libretto di un'opera (ad esempio, ci si riferisce comunemente ai libretti di Pietro Metastasio usando la parola "melodrammi"), interpretando l'etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione. Il Melodramma è un genere musicale nel quale confluiscono vari elementi : recitazione , musica , teatro etc.

Cinema

Per estensione, nel cinema per melodramma (o mélo) si intende un film a tinte forti, basato su una trama romanzesca, ricca di colpi di scena e al limite dell'inverosimile, scopertamente mirata a commuovere lo spettatore. I personaggi sono tratteggiati in modo netto e sono quasi sempre suddivisi in modo manicheo tra buoni e cattivi. Un esempio classico di cinema melodrammatico è il cosiddetto "neorealismo d'appendice", in particolare quello realizzato da Raffaello Matarazzo, come la trilogia con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson Catene, I figli di nessuno, Torna!.
Uno dei maggiori esponenti del mélo è Douglas Sirk. Il genere si evolve con Rainer Werner Fassbinder. Sintesi principale tra il "maestro" Sirk e l'allievo Fassbinder è la pellicola La paura mangia l'anima (Angst essen Seele auf - 1974), punto di unione e allo stesso tempo di rottura con lo schema classico americano.
Dalla rottura dello schema americano perpetrato da Fassbinder, deriva l'opera di Pedro Almodóvar. Nel regista spagnolo si parla addirittura di un genere trasversale definito da alcuni critici, "almododrama". I film di Almodóvar irridono le regole classiche alla Sirk, stravolgendo e ribaltando il tema dell'amore uomo-donna, ampliandolo a gay, lesbiche, transessuali. In questo modo le dinamiche narrative, le schermaglie sentimentali, i fini sociali assumono spesso tratti parossistici, creando la de-generazione di un genere tradizionale.



Io odio il pulcino pio


martedì 24 aprile 2012

I segnali


Il segnale stradale è un dispositivo atto ad indicare una prescrizione, un avvertimento o una indicazione a tutti i veicoli circolanti e ad ogni altro utente della strada.
Si può dire che la segnaletica stradale è vecchia quasi quanto le strade stesse, infatti già ai tempi dell'Impero Romano, lungo le strade appena costruite, ogni milium (cioè cinquemila pes o mille passus secondo le unità di misura del tempo) veniva posta ai bordi della carreggiata una pietra cilindrica (la pietra miliare) alta anche 3 o più metri, sulla quale erano incise le miglia percorse dalla città precedente, quelle mancanti alla successiva, oltre che la distanza da Roma ("Tutte le strade portano a Roma"...).
Sembra altresì che già nel Medioevo fosse abitudine l'apporre su pali di legno, situati sugli incroci di vie, dei cartelli indicanti la direzione da prendere per giungere alle varie città.
Naturalmente la necessità di indicazioni stradali, non più solamente di direzione o distanza ma anche di prescrizione, è enormemente cresciuta con l'invenzione dell'automobile; infatti già nel 1908 si è tenuto il primo Congresso Mondiale delle strade dove sono state stilate le linee guida per la segnaletica stradale moderna. Da questo congresso è nata l'Associazione Mondiale della Strada (AIPCR) che raggruppa ad oggi 108 Governi; con cadenza quadriennale si svolgono nuovi Congressi al fine di migliorare sempre più la sicurezza stradale, garantita anche dalla presenza e dal rispetto di una corretta segnaletica.
Naturalmente dall'inizio del secolo scorso ad oggi ci sono state continue evoluzioni ed altrettante ci saranno in futuro; al giorno d'oggi i segnali stradali possono essere in ogni caso divisi in alcune categorie:


Esempio di segnaletica verticale: arresto all'incrocio o "Stop"
segnaletica verticale
segnaletica orizzontale
segnaletica luminosa
segnaletica complementare

SEGNALI DI PERICOLO


SEGNALI DI DIVIETO


SEGNALI DI OBBILIGO
  

giovedì 29 marzo 2012

I gruppi sanguigni

Le agglutinine e gli antigeni del sangue pongono delle barriere alle trasfusioni di sangue tra persone di gruppi diversi. In particolare:
  • Gruppo 0 Rh-: Data l'assenza di antigeni sui globuli rossi e l'assenza del fattore Rhesus, questo tipo di sangue può essere donato a persone di qualunque gruppo sanguigno.
  • Gruppo 0 Rh+: Il fattore Rhesus positivo limita la donazione di questo tipo di sangue solamente a persone con fattore Rhesus +, indipendentemente dal gruppo sanguigno.Le persone con questo gruppo sanguigno possono ricevere sangue solo di gruppo 0 (Rh+ o Rh-).
  • Gruppo A Rh-: La presenza dell'antigene A rende possibile la donazione di questo sangue a persone di gruppo A o AB.Chi avesse questo gruppo sanguigno,data la presenza dell'agglutinina beta nel plasma, potrà ricevere sangue solo da persone di gruppo A- o 0-
  • Gruppo A Rh+: Può donare sangue a persone A+ od AB+ e riceverne da 0+, 0-, A+ ed A-
  • Gruppo B Rh-: La presenza dell'antigene B porta questo sangue ad essere donabile solo a persone di gruppo B ed AB. La presenza dell'agglutinina alfa nel plasma fa sì che individui con questo tipo di sangue possano riceverne solo da persone di gruppo 0- o B-
  • Gruppo B Rh+: Può donare sangue a B+ ed AB+, e riceverne da 0 e B indipendentemente dal fattore Rhesus.
  • Gruppo AB Rh-: Può donare sangue solamente a persone di gruppo AB, data la presenza di ambo gli antigeni sui globuli rossi. L'assenza di agglutinine permette a chi possiede sangue di questo gruppo di riceverne da tutti i gruppi con fattore Rhesus negativo.
  • Gruppo AB Rh+: Può donare sangue solamente ad individui con sangue AB+ ma può riceverne da tutti i gruppi, indipendentemente dal fattore Rhesus.
La conoscenza del fattore Rhesus (Rh) (che indica col più o col meno la sua presenza o assenza nel gruppo sanguigno) è un'altra cosa importantissima ai fini della compatibilità.
In base ai risultati dei lunghi studi condotti si è determinato che:






Videoclip

Il videoclip è un breve filmato prodotto a scopo promozionale per un brano musicale, solitamente una canzone presente in tutta la lunghezza del video. I videoclip utilizzano differenti forme stilistiche ed espressive per commentare visivamente il brano musicale: molti di essi si compongono della semplice riproduzione filmica del cantante o del gruppo musicale che eseguono il brano; altri creano minifilm con trama oppure non narrativi e si possono avvalere di sequenze animate o di immagini documentaristiche. 


Vari tipi di videoclip

Video storie:
i video più frequenti sono senz'altro quelli narrativi, cioè che raccontano una storia, non necessariamente quella esposta dal testo della canzone. 




Video concerti:
altro caso molto frequente è quello di video che ci mostrano il cantante in concerto o in sala di registrazione, la situazione illustrata apparentemente è realistica.





Video elettronici
un tipo di videoclip interessante, ma più raro, è quello che si basa interamente su effetti elettronici, senza necessariamente seguire un filo narrativo logico.




Video film:
quando la canzone presenta fa parte della colonna sonora di un film, allora sono le immagini di quest'ultimo a costituire l'ossatura del videoclip.






Video cartoon:
cartoni animati e videoclip è un connubio che si realizza abbastanza spesso. In questi casi è facile che il cartone sia di tipo sperimentale e applichi tecniche grafiche e narrative originali.




Pubblicità

Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici (attraverso mezzi come la televisione, la radio, i giornali, le affissioni, la posta, Internet), che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi.

Il target è il bersaglio (destinatario) della comunicazione pubblicitaria.
Si differenzia in due tipi:
  • target di marketing che risponde alla domanda "a chi devo vendere?"
  • target di comunicazione che risponde alla domanda "a chi devo comunicare?".

Fra tutte le possibili classificazioni della pubblicità forse quella più semplice e basilare è la classificazione in relazione al fine ultimo profit/non profit (e cioè se la réclame è più o meno a scopo di lucro):
  • Pubblicità commerciale: è quella volta a reclamizzare un prodotto di mercato (o comunque la ditta che lo produce). È la forma di pubblicità più diffusa.
  • Pubblicità sociale: è quella volta a promuovere finalità socialmente rilevanti.
  • Advocacy advertising: è quella volta a promuovere un consenso relativamente a tematiche su cui esiste una divergenza di opinioni.
  • Pubblicità pubblica: è quella impiegata dallo Stato o dalla Pubblica Amministrazione volta a comunicare informazioni relative ai diritti e ai doveri dei cittadini.
  • Propaganda politica: è quella volta a reclamizzare un partito o un'idea politica.
  • Ovviamente esistono molte altre classificazioni, che non necessariamente si escludono a vicenda. Si può andare da classificazioni molto generiche come ad esempio quella in relazione al tipo di medium che veicola la réclame (radio, televisione, cinema, giornali, periodici, affissioni, Internet) fino a classificazioni piuttosto specifiche come ad esempio quelle in relazione al tipo di target (ossia il destinatario).


Musica e cinema

Per diverso tempo suono e immagine sono stati considerati due aspetti distinti della struttura di un film. In realtà queste due componenti interagiscono fra loro modificandosi ed influenzandosi a vicenda.


SUONO DIEGETICO e SUONO EXTRADIEGETICO. 

-il suono diegetico è quello che appartiene alla vicenda del film, come il dialogo fra due personaggio;
-il suono extradiegetico è quello che non appartiene direttamente alla vicenda del film, come quando due personaggi si innamorano su un'isola deserta.






In questa sequenza la musica èdiegetica, appartiene cioè alla storia. Un’orchestra sta suonando mentre un gruppo di ragazzi ballano sul palco scenico.

In questa sequenza invece la musica è extradiegetica: i due protagonisti sono da soli sulla prua della nave: noi spettatori sentiamo l’accompagnamento musicale, il cui scopo è quello di “caricare” di emozioni la scena, ma i personaggi no.

giovedì 22 marzo 2012

Musica e opere


Per musiche di scena (o musica incidentale) si intende l'insieme dei brani musicali che, in uno spettacolo di teatro di parola, contribuiscono, come la scenografie, i costumi e l'illuminotecnica a vivificare emotivamente l'espressione drammaturgica, integrandosi fra loro e con la recitazione degli attori.
Esiste una precisa distinzione fra la musica di scena e quella che si può trovare in uno spettacolo di teatro musicale, e cioè in un'opera lirica, in un'operetta o in un musical. In questi casi, infatti, l'azione scenica viene, di norma, portata avanti da una strettissima integrazione tra recitazione e musica (espressa il più delle volte attraverso le modalità del canto o della danza), mentre nel caso della musica composta per il teatro (e "quindi la musica di scena" propriamente detta) questa interviene quasi sempre senza interferire sugli sviluppi della vicenda, andandosi a sovrapporre alla recitazione come sottofondo, creando cesure fra una scena e l'altra oppure commentando (anche come pezzo solistico e/o corale) la situazione drammatica.
I confini fra i generi musicali sono ovviamente imprecisi e in alcuni casi molto indefiniti. Nel caso di uno dei massimi compositori teatrali del '900, il tedesco Kurt Weill collaboratore di Bertolt Brecht, spesso le sue opere vengono ascritte da alcuni nel campo delle musiche di scena mentre, forse, almeno nel caso de "L'Opera da tre soldi" (il frutto più famoso della collaborazione dei due), bisognerebbe parlare di "teatro musicale".
In questo senso il discorso sul rapporto fra musica e teatro è molto difficile, soprattutto qualora ci si riferisca a un passato molto lontano. Fin dall'antichità il legame fra le due arti è strettissimo, basti pensare alle origini, alla tragedia greca, in cui, com'è noto, l'elemento musicale aveva una grande importanza. In questa sede, anche per restare sul preciso argomento "musica di scena", conviene affrontare solo i casi in cui non si possa rischiare la confusione tra la voce in oggetto e il "teatro musicale". 





giovedì 23 febbraio 2012

Tutto Juve

Se volete sapere e vedere le nuove notizie sulla Juve visitate il sito ufficiale: TUTTOJUVE.COM

Inno Juventus





Simili a degli eroi
abbiamo il cuore a strisce
portaci dove vuoi
verso le tue conquiste
dove tu arriverai
sarà la storia di tutti noi
solo chi corre può
fare di te la squadra che sei


Juve, storia di un grande amore
bianco che abbraccia il nero
coro che si alza davvero per te


Portaci dove vuoi
siamo una curva in festa
come un abbraccio noi
e ancora non ci basta
ogni pagina nuova sai
sarà ancora la storia di tutti noi
solo chi corre può
fare di te quello che sei



Juve, storia di un grande amore
bianco che abbraccia il nero
coro che si alza davvero solo per te
è la Juve storia di quel che sarò
quando fischia l'inizio
l'inizio è quel sogno che sei
Juve, storia di un grande amore
bianco che abbraccia il nero
coro che si alza davvero
Juve per sempre sarà


Juve, storia di un grande amore
bianco che abbraccia il nero
coro che si alza davvero
Juve per sempre sarà
Juve... Juve per sempre sarà




:Juventino: